Fiabe dei Grimm

Le Fiabe dei Fratelli Grimm, originariamente compilate da Jacob e Wilhelm Grimm, sono una raccolta di racconti popolari senza tempo che incantano i lettori da secoli. Questi racconti sono un tesoro di folklore, con storie di coraggio, magia e moralità che risuonano attraverso le generazioni. Dai classici come ”Cenerentola”, ”Biancaneve” e ”Hansel e Gretel”, a gemme meno conosciute come ”Il Pescatore e sua Moglie” e ”Rumpelstiltskin”, ogni storia offre uno sguardo sulla ricca tessitura della tradizione orale europea. Le Fiabe dei Grimm sono caratterizzate dai loro personaggi vivaci, lezioni morali e spesso toni oscuri, riflettendo le dure realtà e gli elementi fantastici dei loro contesti storici. Il loro fascino duraturo risiede nella loro capacità di intrattenere, insegnare e ispirare meraviglia, facendole diventare una pietra miliare della letteratura per bambini e una fonte di fascinazione per studiosi di folklore e narrazione.

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Episodes

La chiave d’oro

Tuesday Aug 13, 2024

Tuesday Aug 13, 2024

Un giorno d'inverno, mentre una spessa coltre di neve copriva la terra, un povero ragazzo fu mandato a cercare della legna. Dopo averla raccolta, siccome sentiva molto freddo, prima di rincasare decise di accendere un fuoco per scaldarsi un po'. Sul terreno, dove la neve si era sciolta, vide una chiave d'oro. Ritenendo che dove c'è una chiave non possa non esserci anche una serratura, scavò e scavò finché trovò una piccola scatola di ferro. "Se con questa chiave riesco ad aprirla," pensò, "di sicuro dentro troverò qualcosa di grande valore." Così si mise a cercare il buco della serratura, ma riusciva a trovarlo. Alla fine lo vide, ma era così piccolo che lo si poteva appena vedere. Provò la chiave e questa entrò perfettamente. La girò una volta e... adesso dobbiamo aspettare che sollevi il coperchio per sapere quali grandi meraviglie la scatola contiene.Questo episodio è offerto da Podbean.com.

Gli stivali di bufalo

Tuesday Aug 13, 2024

Tuesday Aug 13, 2024

C'era un soldato, che non aveva paura di niente, di niente si dava pensiero. Un tipo simile aveva avuto il congedo e, siccome non aveva imparato nulla e non poteva guadagnar nulla, andava attorno e pregava la buona gente di fargli la carità. Aveva addosso un vecchio mantellaccio e gli eran rimasti anche gli stivali da cavaliere che erano di bufalo. Un giorno se ne andava per i campi, senza badare alla strada che faceva, e, cammina cammina, arrivò finalmente in un bosco, non sapeva dove fosse; ma su un tronco d'albero, vide seduto un uomo ben vestito, che portava una giacca verde da cacciatore. Il soldato gli porse la mano, si sedette accanto a lui sull'erba e stese le gambe. "Vedo che hai dei bei stivali lustri lustri," disse, "ma, se dovessi andare in giro come me, non resisterebbero un pezzo. Guarda i miei: sono di bufalo e hanno già fatto un bel servizio; eppure vanno per strade buone e cattive." Dopo un po', il soldato si alzò e disse: "Non posso più fermarmi, è la fame che mi spinge. Ma dove porta questa strada, compare Scarpalustra?" - "Non lo so neanch'io," rispose il cacciatore, "mi sono smarrito nel bosco." - "Allora siamo nelle stesse condizioni," disse il soldato, "Dio fa gli uomini e poi li accompagna: restiamo insieme e cerchiamo la strada." Il cacciatore sorrise solo un po', e insieme proseguirono, e camminarono senza posa fino al calar del sole. "Dal bosco non usciamo," disse il soldato, "ma laggiù, lontano, vedo brillare un lume: ci sarà pur qualcosa da mangiare." Trovarono una casa di pietra, bussarono alla porta e aprì una vecchia donna. "Cerchiamo alloggio per la notte," disse il soldato, "e un po' di zavorra per lo stomaco; perché il mio è vuoto come un sacco." - "Qui non potete restare!," rispose la vecchia, "è una casa di briganti; il meglio che possiate fare è scappare prima che arrivino, perché se vi trovano siete perduti."
"Non saranno mica il diavolo!," rispose il soldato, "da due giorni non mangio un boccone e per me è lo stesso morir qui o crepar di fame nel bosco. Io entro." Il cacciatore non voleva seguirlo, ma il soldato lo prese per la manica e se lo tirò dietro: "Vieni, fratello mio, vuoi che ci faccian subito la pelle?." La vecchia s'impietosì e disse: "Cacciatevi subito dietro la stufa: se avanzano qualcosa, quando dormiranno ve lo darò di nascosto." Si erano appena messi in quell'angolo, che nella stanza piombarono ben dodici briganti, si misero a sedere intorno alla tavola già preparata, e domandarono in fretta da mangiare. La vecchia portò un grosso arrosto e i briganti mangiarono di buon appetito. Appena l'odore del cibo gli salì al naso, il soldato disse al cacciatore: "Non ci resisto più, mi siedo a tavola e mangio anch'io." - "Vuoi che ci ammazzino!" disse il cacciatore, e lo trattenne per il braccio. Ma il soldato si mise a tossir forte.
Quando i ladri sentito che, hanno buttato via i loro coltelli e forchette, saltò su, e scoperto i due che erano dietro la stufa. "Ah, signori, vi sono in un angolo?" gridarono, "Cosa ci fai qui? Sei stato inviato come spie? Aspetta un po ', e tu imparare a volare su un ramo secco." - "Ma non essere civile," disse il soldato, "ho fame, dammi qualcosa da mangiare, e allora si può fare quello che vuoi con me." I ladri erano stupiti, e il capitano disse: "Vedo che tu non hai paura, bene, avrai un po 'di cibo, ma dopo che tu devo morire." - "Vedremo," ha detto il soldato, e si sedette al tavolo e cominciò a tagliare via valorosamente la carne arrosto.
"Fratello Bright-scarponi, vengono a mangiare," gridò al cacciatore; "tu devi essere affamato come sono, e non possono avere una migliore carne arrosto a casa," ma il cacciatore non voleva mangiare. I ladri hanno esaminato il soldato in stupore, e ha detto, "Il furfante non utilizza cerimonia." Dopo un po 'lui disse, "Ho avuto cibo a sufficienza, ora mi ottenere qualcosa di buono da bere." Il capitano era in vena di lui umorismo in questo anche, e chiamò la vecchia, "Portate una bottiglia dalla cantina, e ricorda che sia il meglio." Il soldato ha il tappo con un forte rumore, e poi andò con la bottiglia per il cacciatore e disse: "Fate attenzione, fratello, e vedrai qualcosa che vi sorprenderà te, ora sto andando a bere alla salute di tutta la clan. "Poi brandiva la bottiglia sopra le teste dei briganti, e gridò: "Lunga vita a voi tutti, ma con la bocca aperta e le mani giuste alzò," e poi bevve un progetto sostanzioso. Appena sono state le parole dette di tutti seduti immobili come se di pietra, e le loro bocche erano aperte e le loro mani destre tese in aria. Il cacciatore disse al soldato, "Vedo che tu sei a conoscenza con trucchi di altro tipo, ma ora arrivano e andiamo a casa." - "Oho, mio caro fratello, ma che sarebbe marciando via troppo presto;. Abbiamo conquistato il nemico, e deve prima prendere il bottino Quegli uomini si sono seduti in fretta, e stanno aprendo la bocca con stupore, ma non lo faranno essere permesso di muoversi finché non li permetto. Venite, mangiare e bere. "La vecchia donna doveva portare un'altra bottiglia del vino migliore, e il soldato non avrebbe mescolare fino a quando avesse mangiato abbastanza per durare per tre giorni. Alla fine, quando fu giorno, egli disse: "Ora è il momento di colpire le nostre tende, e che la nostra marcia può essere breve, la vecchia donna deve mostrarci la via più vicina alla città." Quando erano arrivati lì, si recò ai suoi vecchi compagni, e disse: "In mezzo al bosco ho trovato un nido pieno di uccelli Gallows ', vieni con me e noi lo prenderà." Il soldato li condusse, e disse al cacciatore, "Tu devi tornare con me a vedere come scuotono quando li cogliamo per i piedi." Mise gli uomini intorno al ladri, e poi prese la bottiglia, bevve un sorso, brandì sopra di loro, e gridò: "vivere di nuovo." Immediatamente tutti hanno riacquistato il potere di movimento, ma sono stati gettati giù e legato mani e piedi con corde. Poi il soldato ordinò che fossero gettati in un carrello, come se fossero stati così tanti sacchi, e disse: "Ora li proseguire dritto in prigione." Il cacciatore, però, ha preso uno degli uomini a parte e gli ha dato un altro incarico oltre. "Fratello Bright-stivali," ha detto il soldato, "abbiamo tranquillamente in rotta il nemico e stati ben nutriti, ora ci camminiamo in silenzio dietro di loro come se fossimo sbandati!" Quando si avvicinarono alla città, il soldato ha visto una folla di persone che versano attraverso la porta della città che sono stati alzando grida di gioia, e agitando rami verdi in aria. Poi vide che l'intero corpo di guardia stava arrivando. "Che cosa può significare questo?" ha detto che per il cacciatore. "Non sai?" egli rispose, "che il re ha per lungo tempo assente dal suo regno, e che oggi sta tornando, e ognuno sta per incontrarlo." - "Ma dove è il re?" disse il soldato, "Io non lo vedo." - "Eccolo," rispose il cacciatore, "Io sono il Re, ed ho annunciato il mio arrivo." Poi aprì la caccia cappotto, e le sue vesti regali erano visibili. Il soldato si spaventò, e cadde in ginocchio e lo pregò di perdonarlo per aver nella sua ignoranza lo trattò da pari a pari, e parlato a lui da un tale nome. Ma il re gli strinse la mano, e disse: "Tu sei un soldato coraggioso, e hai salvato la vita. Tu sarai mai più essere nel bisogno, mi prenderò cura di te. E se mai tu avresti piace mangiare un pezzo di arrosti di carne, buona come quella nella casa del ladro, giunto alla cucina reale., ma se vuo bere un sanitario, tu deve prima chiedere il mio permesso."Questo episodio è offerto da Podbean.com.

La vergine Malvina

Tuesday Aug 13, 2024

Tuesday Aug 13, 2024

C'era una volta un re che aveva un figlio che chiese in moglie la figlia di un potente sovrano; la principessa si chiamava vergine Malvina, ed era bellissima. Sfortunatamente, però, suo padre voleva darla in sposa a un altro, perciò respinse la richiesta del giovane principe; i due, però, si amavano con tutto il cuore e non volevano rinunciare a stare insieme, così, Malvina andò dal padre e gli disse: "Non voglio nessun altro per marito." Allora il padre divenne furibondo e fece costruire una torre oscura, dove non entrava raggio di sole né di luna, e quando fu pronta, disse: "Rimarrai chiusa qui dentro per sette anni, finché tornerò io stesso a vedere se finalmente il tuo indomito spirito sarà domato." Poi fece portare cibo e acqua sufficienti per tutta la durata della prigionia, e la principessa e la sua cameriera furono murate vive, e per tutti quegli anni esse non seppero mai quando fosse giorno o notte. Il principe si aggirava continuamente sotto l'alta torre, chiamando e richiamando invano il nome dell'amata, ma in quelle spesse mura non penetrava suono. Alle due povere fanciulle non restò altro che piangere e lamentarsi, ma che altro potevano fare?
Intanto passavano gli anni, e mano mano che il cibo e l'acqua calavano, esse capivano quanto ancora mancava al termine della prigionia. Alla fine pensavano che il momento della liberazione fosse vicino, eppure non si udì mai nessun rumore, nessun colpo di martello, e nessuna pietra veniva abbattuta, così la vergine Malvina cominciò a pensare che suo padre si fosse dimenticato di lei. Dal momento che restava loro ancora poco cibo, e sembrava che la loro fine fosse vicina, Malvina disse alla cameriera: "Tentiamo l'ultima chance, vieni, cerchiamo di rompere il muro." Prese il coltello del pane, e si mise a scavare e a tirare fuori dalla malta una pietra, e quando fu esausta continuò la cameriera. Alla fine, dopo un durissimo lavoro, riuscirono a cavar fuori una pietra, poi una seconda, poi una terza, e infine, dopo tre giorni, il buco nel muro fu abbastanza largo, da poter intravedere i primi raggi di luce, e alla fine poterono guardare fuori. Il cielo era azzurro, e una fresca brezza si infrangeva contro i loro visi, ma il panorama ai loro occhi fu alquanto desolante: del castello di suo padre erano rimaste solo le rovine, e a quanto si capiva, il villaggio era stato arso dal fuoco e i campi devastati, e tutt'intorno non si vedeva anima viva. Quando il buco fu abbastanza grande per consentir loro di fuoriuscire dalla torre, decisero che non c'era altro da fare se non andarsene via, poiché ormai il nemico avevo distrutto tutto e scacciato il re e i suoi abitanti. Così si misero in cammino e vagarono in lungo e in largo, senza trovare mai né un rifugio, né nessuno che potesse sfamarle, ed esse erano così affamate che alla fine dovettero sfamarsi con una pianta d'ortiche. Quando finalmente giunsero a un nuovo paese, si misero a cercare un lavoro, ma a ogni porta che bussavano venivano respinte, e nessuno ebbe pietà di loro. Dopo un pò di tempo, arrivarono in una grande città e si diressero al palazzo reale, dove, anche lì, stavano per essere mandate via, quando il cuoco affermò che potevano restare in cucina a fare da sguattere. Esse ancora non sapevano che il regno al quale erano appena approdate era proprio quello dell'antico fidanzato di Malvina; il padre del giovane l'aveva promesso a un'altra sposa, che era brutta in volto e perfida d'animo.
Vennero i giorni delle nozze, e la sposa giunse al palazzo, ma a causa della sua gran bruttezza, si chiuse nella sua stanza per non farsi vedere da nessuno; solo la vergine Malvina fu ammessa nella stanza, quando venne a portarle da mangiare. Quando fu il momento di recarsi in chiesa, la sposa si vergognò ulteriormente del suo aspetto, temendo di essere derisa se si fosse fatta vedere pubblicamente; allora disse a Malvina: "Sappi che hai avuto una grande fortuna, io mi sono rotta un piede e non posso camminare, perciò tu ora indosserai il mio abito da sposa e andrai in chiesa al posto mio: non potrebbe toccarti un onore più grande di questo!" Ma Malvina rifiutò, dicendo che non poteva accogliere su di sé un onore che non toccasse a lei. Fu inutile offrirle dell'oro, e alla fine la sposa andò in collera e gridò: "se non mi ubbidirai, ti costerà la vita: basta che io proferisca una parola e ti mozzeranno la testa!" E Malvina fu obbligata ad accettare, e indossò così l'abito nuziale e i gioielli della sposa. Quando entrò nella sala del trono, tutti si meravigliarono della sua grande bellezza, e il re disse al figlio: "Questa è la sposa che ho scelto per te." Il principe restò meravigliato nel vederla così stupenda, e pensò, ' Se non sapessi che la mia vergine Malvina è rinchiusa in una torre, e forse è morta, a quest'ora, giurerei che la sposa sia proprio lei! ' Così prese per mano la sposa e la condusse in chiesa. Durante il percorso, sulla strada c'era una pianta d'ortica, e la sposa disse:
"Bella piantina d'ortica,cosa fai tutta sola?Passai di qui una volta,quando tutta affamata, ti ho colta e poi mangiata."
"Che c'è? Hai detto qualcosa?" chiese il principe; "No, niente, niente" rispose, "stavo solo pensando alla vergine Malvina." Egli si meravigliò parecchio che la sposa la conoscesse, tuttavia non disse altro. Quando arrivarono alla strada che portava al camposanto, la sposa disse ancora:
"Per favore, strada,non ti spaccare, anche se non è la vera sposa a camminare."
"Che dici?" chiese il principe; "Niente, niente," rispose ella, "stavo solo pensando alla vergine Malvina." - "Come? La conosci?" - "No, come potrei conoscerla? ne ho solo sentito parlare.
Quando giunsero alla porta della chiesa, ella disse ancora:
"O porta non crollareanche se non è la vera sposa che vedi entrare!"
"Che stai dicendo?" chiese il principe. "Nulla, nulla, stavo solo pensando alla vergine Malvina." Il principe tirò fuori una collana preziosa, e gliela mise al collo, poi entrarono in chiesa, e il sacerdote li dichiarò marito e moglie. Il principe la portò a casa, ma ella non disse una sola parola per tutto il giorno. Al ritorno, raggiunse in tutta fretta la camera della sposa, si tolse l'abito e i gioielli, riprese il suo vestito grigio e rattoppato, e tenne soltanto la bella collana che le aveva agganciato lo sposo.
Quando scese la notte, la vera sposa fu condotta nell'appartamento del principe, ed ella si abbassò il velo sul volto, perché egli non si accorgesse dell'inganno; e appena furono lasciati soli, il principe le chiese: "Che cosa dicevi, oggi, a quella pianticella d'ortica?" - "Quale pianta?" rispose lei, "ti sbagli, io non parlo mica con le piante." - "Se non lo hai fatto, allora vuol dire che non sei mia moglie" rispose il principe. Allora ebbe un sussulto e disse:
"Vado dalla serva,a farmi la memoria ritornare."
Scappò via e corse dalla vergina Malvina e le disse: "Ragazza, dimmi esattamente le parole che hai detto all'ortica." Ed ella rispose: "Ho detto soltanto,
'Bella piantina d'ortica,cosa fai tutta sola?Passai di qui una volta,quando tutta affamata, ti ho colta e poi mangiata.' "
Quindi, la sposa tornò dal principe e gli disse: "Ora mi ricordo cosa ho detto." e ripeté esattamente le parole che aveva appena sentito dalla vergine Malvina; ma poco dopo il principe tornò a chiederle: "E che cosa hai detto alla strada per il camposanto?" - "Alla strada? Io non parlo con le strade." rispose ella. "Allora non sei la mia legittima sposa." Ed ella rispose ancora:
"Vado dalla serva,a farmi la memoria ritornare."
E corse a cercare la vergine Malvina e le chiese: "Ragazza, che cosa hai detto alla strada che porta al camposanto?" - "Ho detto soltanto,
'Per favore, strada,non ti spaccare, anche se non è la vera sposa a camminare.' "
"Questo ti costerà la vita!" gridò rabbiosamente la cattiva sposa, e si affrettò a tornare dal principe, e gli disse: "Adesso mi ricordo cosa ho detto a quella strada" e ripeté esattamente le parole della vergine Malvina. "Ma cos'hai detto quando siamo arrivati alla porta della chiesa?" insistette il principe. "Alla porta della chiesa? Mica parlo con le porte." rispose ella. "Allora non sei la mia vera sposa." Ed ella dovette tornare dalla Vergine Malvina e volle sapere quali erano le parole. "Ho detto soltanto,
'O porta non crollareanche se non è la vera sposa che vedi entrare!' "
"Giuro che ti farò torcere il collo, disgraziata!" gridò furiosa la sposa, che ripeté al principe l'esatte parole. "Sì, ma che fine ha fatto la collana che ti ho regalato in chiesa?" - "Collana? Che collana?" rispose ella, "non mi hai regalato nessuna collana!" - "Ma se te l'ho agganciata al collo io stesso! Se non l'hai più, questa è la prova definitiva che non sei tu la mia vera sposa!" disse il principe, e così dicendo le strappò via il velo dal volto, e quando vide la sua immensa bruttezza, rabbrividì dall'orrore, e disse: "Chi sei, da dove sei venuta?" - "Io sono la tua sposa, ma siccome mi vergognavo a farmi vedere in pubblico, ho ordinato alla sguattera di indossare il mio vestito e di venire in chiesa al posto mio." - "La ragazza dov'è adesso?" chiese il principe, "voglio vederla, valla a cercare e portala qui." Allora ella uscì, andò dai servi a dire che la sguattera della cucina era una truffatrice, e che dovevano portarla giù e tagliarle la testa. I servi allora l'afferrarono per trascinarla via, ma ella gridò aiuto tanto forte che il principe, udendo la sua voce, accorse subito e ordinò di lasciarla andare. Quando egli la vide da vicino, si accorse anche della collana che portava ancora al collo e disse: "Sei tu la mia sposa, quella che è venuta in chiesa con me; vieni nella mia camera." E, rimasti soli, il principe disse: "Mentre andavamo in chiesa, tu hai più volte nominato la vergine Malvina, che fu la mia promessa sposa. Ora se lo credessi possibile, giurerei di vedermela davanti, poiché tu le assomigli come una goccia d'acqua." - "Sono proprio io la vergine Malvina, la tua antica promessa, e per amor tuo ho sofferto, imprigionata in quella buia torre, sette lunghi anni, patendo fame e sete, e ho vissuto questi ultimi tempi nella miseria: ma per me oggi torna a splendere il sole, perché davanti al sacerdote c'ero io, e io sono stata dichiarata la tua legittima sposa." Poi si baciarono, e vissero felici per il resto della loro vita. La falsa sposa fu punita per ciò che aveva fatto e le fu tagliata la testa.
La torre in cui la vergine Malvina aveva vissuto prigioniera, rimase in piedi per molto tempo, e ogni volta che i bambini passavano lì sotto, canticchiavano:
"Din, don, dan!Nella torre chi ci sta?C'è rinchiusa una principessa segregatae la sua persona non può essere svelata,il muro mai si romperà,la pietra non si scheggerà.Giovannino, Giovannino,vestiti a festae vieni via con me."
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La palla di cristallo

Tuesday Aug 13, 2024

Tuesday Aug 13, 2024

C'era una volta una strega che aveva tre figli, i quali si amavano come fratelli; eppure, la vecchia non si fidava affatto di loro, e temeva ch'essi volessero rubarle tutto il potere. Così, trasformò il maggiore in un'aquila, e quello fu costretto a volare via sulle montagne rocciose, e spesso lo si vedeva fare tante giravolte nel cielo. Il mezzano diventò una balena, e andò a vivere nel profondo del mare, e solo raramente lo si poteva vedere quando spruzzava in aria una gran quantità d'acqua. Tutti e due tornavano umani solo per due ore al giorno. Il terzo fratello, che temeva di vedersi trasformato in una bestia feroce come, per esempio, un orso o un lupo, prese e fuggì via di nascosto. Aveva sentito dire che nel Castello del Sole d'Oro c'era una principessa prigioniera, che era pure stregata, e viveva in attesa di essere liberata; tuttavia, coloro i quali avevano tentato l'impresa, avevano messo in grave rischio la loro vita: ventitre giovanotti erano morti miseramente, e soltanto un'altro ancora avrebbe potuto tentare la sorte, ma non era ancora venuto nessuno. E siccome il giovane aveva un cuore impavido, decise di partire alla volta del Castello del Sole d'Oro.
Era già parecchio tempo che viaggiava senza averlo trovato, quando per puro caso giunse nei pressi di una grande foresta, e non sapeva più da che parte andare. Ad un tratto, vide due giganti che gli facevano segno con le mani, e quando si trovò di fronte a loro, quelli gli dissero: "Ci stiamo contendendo un cappello: entrambi lo vogliamo possedere, e dal momento che siamo piuttosto forti, nessuno dei due riesce ad avere la meglio sull'altro. Gli uomini piccoli sono più intelligenti, così, lasceremo decidere a te." - "Ma come mai litigate per un vecchio cappello?" - "Perché non sai quali virtù abbia! Questo è un cappello dei desideri, e chiunque se lo metta in testa, può esprimere il desiderio di essere trasportato in qualunque posto, e così è in un istante." - "Datelo a me" disse il giovane, "mi farò trasportare a pochi metri di distanza, e quando vi chiamerò, dovrete iniziare a correre, e il primo che riuscirà a raggiungermi, ne diventerà il legittimo proprietario." Indossò il cappello e si allontanò; ma poi si ricordò della figlia del re, così, scordò i giganti e continuò il suo cammino. Dopo un po', sospirò dal profondo del cuore ed esclamò: "Oh, se solo potessi raggiungere il Castello del Sole d'Oro!" e appena ebbe pronunciate quelle parole, subito si ritrovò su un alto monte, di fronte ai cancelli del castello.
Entrò e scorse tutte le camere, finché finalmente trovò la figlia del re. Ma nel vederla rimase scioccato, perché aveva il viso tutto rugoso e color della cenere, occhi torbidi e capelli rossi. "Saresti tu la figlia del re, famosa in tutto il mondo per la sua osannata bellezza?" Ed ella rispose: "Oh, ma questo non è il mio vero aspetto. Gli occhi degli esseri umani possono vedermi solo in questo stato, ma per sapere come sono realmente, guarda in quello specchio: non ti ingannerà e ti mostrerà la mia vera immagine." Allora il giovane guardò nello specchio, e dentro vi vide una fanciulla strepitosamente bella, la più bella di tutto il pianeta, e vide anche che due lacrime le sgorgavano dagli occhi, rigandole il viso di dolore; allora disse: "Come posso liberarti? Dimmelo: io non ho paura di niente." Ed ella rispose: "Devi impossessarti della palla di cristallo e metterla davanti al viso del mago: in questo modo annienterai il suo potere, ed io potrò finalmente tornare ad essere me stessa. Ma sappi che molti hanno tentato prima di te, trovando la morte. Tu sei così giovane, e io non voglio che tu debba correre questo rischio per me." - "Niente, ormai, mi tratterrà" disse il giovane, "ma spiegami esattamente come devo fare." - "Saprai tutto" rispose la figlia del re, "quando ridiscenderai la montagna sulla quale si trova il castello. Giù in fondo, accanto a una sorgente, troverai un bisonte selvaggio: tu dovrai sfidarlo e se la sorte sarà dalla tua parte e sarai in grando di ucciderlo, dal suo corpo fuoriuscirà un uccello di fuoco, il quale ha in corpo un uovo incandescente, e nell'uovo, invece del tuorlo, si trova la palla di cristallo. Ovviamente, l'uccello non si lascerà scappare l'uovo, quindi, dovrai costringerlo: ma se l'uovo cade a terra, esploderà, incendiando tutto quello che trova, e persino il ghiaccio si liquefarà con lui, e, quindi, anche la palla di cristallo, rendendo vano ogni tuo sforzo."
Il giovane scese dal monte e raggiunse la sorgente; il temibile bisonte ringhiò e lo aggredì; dopo una lunga lotta egli riuscì ad affondare la spada nel corpo dell'animale, e quello morì. Subito un uccello di fuoco si alzò in volo, e stava per volarsene via, ma il fratello del giovane, ossia l'aquila, che in quel mentre stava attraversando le nuvole, gli piombò addosso, lo cacciò fino al mare, e cominciò a beccarlo vigorosamente, fino a quando l'uccello lasciò cadere l'uovo; ma l'uovo non affondò nel mare, bensì, cadde sulla capanna di un pescatore costruita sulla riva, e subito la capanna cominciò a fumare e stava per essere divorata da immense lingue di fuoco. Allora dal mare si levarono le onde, alte tanto quanto la capanna; s'infransero su di essa e il fuoco si estinse all'istante. L'altro fratello, la balena, che era sopraggiunto a nuoto, aveva spinto le acque in alto. Una volta che il fuoco fu spento, il giovane andò alla ricerca dell'uovo e per fortuna lo trovò: non era ancora liquefatto, ma il guscio si era infranto a causa della forte spinta delle onde, e così, egli poté estrarne la palla di cristallo, che era intatta.
Quando il giovane andò a cercare il mago, gli mise davanti la palla di cristallo, e quello gli disse: "Hai distrutto il mio potere, e da questo momento in poi sei tu il padrone del Castello del Sole d'Oro. E adesso potrai restituire ai tuoi fratelli le loro sembianze umane." Poi, il giovane corse dalla figlia del re, e quando aprì la porta, vide che era tornata a risplendere in tutta la sua maestosa beltà. Pieni di gioia, i due si scambiarono gli anelli e si sposarono.Questo episodio è offerto da Podbean.com.

Il vecchio Rink Rank

Tuesday Aug 13, 2024

Tuesday Aug 13, 2024

C'era una volta un re, che aveva una figlia; e questo re aveva fatto fare un monte di vetro e aveva detto che avrebbe dato sua figlia in sposa a chi fosse riuscito ad attraversarlo, senza cadere. E c'era un giovane che era innamorato della principessa e domandò al re se non poteva averla in moglie. "Sì," disse il re: se attraversava il monte senza cadere, l'avrebbe avuta. Allora la principessa dice che vuole attraversare il monte con lui e aiutarlo, se mai dovesse cadere. Corrono insieme sul monte, e quando sono a metà strada laprincipessa scivola e cade, il monte si apre e lei vi precipita dentro; e il fidanzato non può vedere dov'è andata a finire, perché il monte si è subito richiuso. Allora si lamenta e piange tanto, e anche il re è triste e fa rompere il monte, pensando di tirarla fuori; ma non possono trovare il luogo dov'è caduta.
Intanto la principessa è arrivata giù in fondo, in una gran caverna. E le viene incontro un vecchio con una lunga barba grigia e le dice che, se vuol esser la sua serva e fare tutto quel che le comanda, la lascerà in vita; se no, l'ucciderà. Allora la principessa fa tutto quel che le dice. Al mattino, egli tira fuori di tasca la sua scala, l'appoggia al monte e si arrampica fin sopra; poi tira a sé la scala.
La principessa deve cuocergli il pasto, preparargli il letto e fargli tutti i lavori; e quando egli torna a casa, porta sempre con sé un mucchio d'oro e d'argento. Quando la principessa e stata tanti anni con lui ed è ormai molto vecchia, egli la chiama "Signorina Mansrot" e lei deve chiamarlo "vecchio Rink Rank." Una volta che il vecchio è già fuori, la donna gli fa il letto e lava i piatti, poi chiude bene tutte le porte e le finestre; c'era un finestrino, da dove entrava la luce, e quello lo lascia aperto. Quando torna il vecchio Rink Rank bussa alla porta e grida: "Signorina Mansrot, aprimi la porta!" - "No!," dice lei, "non ti apro la porta, vecchio Rink Rank!" Allora egli dice:
C'è Rink Rank, il poveretto,sulle gambe settantenni,così fiacco e senza tetto,lava, Mansrot, il mio piatto.
"Ho già lavato i piatti," dice lei. E lui ripete:
C'è Rink Rank, il poveretto,sulle gambe settantenni,così fiacco e senza tetto,e tu, Mansrot, fammi il letto.
"Ho già fatto il tuo letto!," dice lei. E lui ripete:
C'è Rink Rank, il poveretto,sulle gambe settantenni,così fiacco e senza tetto,apri, Mansrot, la mia porta.
Poi corse tutto la sua casa, e vide che la piccola finestra era aperta, e pensò: "Guarderò e vedere cosa può essere, e perché lei non aprirà la porta per me." Cercò di sbirciare in, ma non ha potuto ottenere la sua testa attraverso a causa della sua lunga barba. Così ha prima messo la sua barba attraverso la finestra aperta, ma proprio come aveva ottenuto attraverso, Madre Mansrot è venuto da e tirò giù il finestrino con una corda che aveva legato ad esso, e la sua barba era chiusa velocemente in esso. Poi cominciò a piangere più pietosamente, per gli faceva male molto, e per supplicare il suo, di liberarlo di nuovo. Ma lei non ha detto fino a che non le ha dato la scala con cui salì la montagna. Poi, se lo volesse o no, doveva dirle dove la scala era. E lei fissato un lungo nastro alla finestra, e poi si mise su per la scala, e salì sul monte, e quando era in cima di esso aprì la finestra. Andò a suo padre, e lui tutto quello che era successo a lei ha detto. Il re si rallegrò grandemente, e il suo promesso sposo era ancora lì, e sono andati e scavato la montagna, e trovò Vecchio Rinkrank dentro con tutto il suo oro e argento. Allora il re aveva Vecchio Rinkrank messo a morte, e ha preso tutto il suo oro e l'argento. La principessa ha sposato il suo fidanzato, e visse proprio felicemente in grande magnificenza e gioia.Questo episodio è offerto da Podbean.com.

Il tumulo

Tuesday Aug 13, 2024

Tuesday Aug 13, 2024

Un ricco agricoltore di un giorno in piedi nel suo cortile ispezionando i suoi campi e giardini. Il grano cresceva vigorosamente e gli alberi da frutto erano pesantemente carichi di frutti. Il chicco di l'anno prima era ancora in tali cumuli immensi ai piani che le travi non potrebbero sopportarlo. Poi andò nella stalla, dove venivano buoi, vacche grasse, e cavalli ben nutriti, luminoso come specchio. Alla fine tornò nel suo salotto, e gettò uno sguardo alla cassa di ferro in cui si trovava il suo denaro.
Mentre era in piedi così rilievo le sue ricchezze, tutto in una volta ci fu un forte bussare vicino a lui. Il colpo non era alla porta della sua stanza, ma alla porta del suo cuore. Si aprì, ed egli udì una voce che gli disse: "hai fatto bene alla tua famiglia con esso? Hai tu considerato le necessità dei poveri? Hai tu condivisi tuo pane con chi ha fame? Hai tu stati contenti con ciò che hai , o hai tu sempre il desiderio di avere di più? " Il cuore non è stato lento nel rispondere, "Sono stato duro e spietato, e non ho mai mostrato alcuna gentilezza alla mia famiglia. Se un mendicante venuto, ho girato via i miei occhi da lui. Non ho turbato me stesso di Dio, ma hanno solo pensato di aumentare la mia ricchezza. Se tutto ciò che copre il cielo fosse stato mio, avrei ancora non ho avuto abbastanza."
Quando era a conoscenza di questa risposta fu grandemente allarmato, le ginocchia iniziarono a tremare, e fu costretto a sedersi.
Poi ci fu un altro colpo, ma il colpo era alla porta della sua stanza. Era il suo vicino di casa, un uomo povero che aveva un numero di bambini che non poteva più soddisfare con il cibo. "Lo so," pensò il povero, "che il mio vicino di casa è ricco, ma lui è più forte che è ricco. Non credo che mi aiuterà, ma i miei figli piangono per il pane, quindi mi avventurarsi esso. " Egli disse all'uomo ricco, "Tu non facilmente dare via tutto ciò che è tuo, ma io sto qui come uno che sente l'acqua che sorge sopra la sua testa. I miei figli stanno morendo di fame, prestarmi quattro misure di grano." L'uomo ricco lo guardò a lungo, e quindi il primo raggio di sole della misericordia ha cominciato a sciogliersi una goccia di ghiaccio di golosità. "Non voglio dare a te quattro misure," rispose, "ma io ti farò un regalo di otto, ma tu, devono soddisfare una condizione." - "Cosa devo fare?" disse l'uomo povero. "Quando sarò morto, orologio tu per tre notti per la mia tomba." Il contadino è stato disturbato nella sua mente in questa richiesta, ma nella necessità in cui era, avrebbe acconsentito a nulla; accettò, dunque, e portò il mais a casa con lui.
Sembrava come se l'uomo ricco aveva previsto ciò che stava per accadere, per quando tre giorni erano passati, improvvisamente cadde a terra morto. Nessuno sapeva esattamente come avvenne, ma nessuno addolorato per lui. Quando fu sepolto, il pover'uomo si ricordò la sua promessa; avrebbe volentieri sono stati liberati da esso, ma pensò: "Dopo tutto, ha agito gentilmente da me. ho nutrito i miei figli affamati con il suo mais, e anche se non fosse il caso, in cui ho dato una volta la mia promessa io deve tenerlo. " Al calar della notte entrò nel sagrato, e si sedette sulla tomba-tumulo. Tutto era tranquillo, solo la luna apparve sopra la tomba, e spesso un gufo volò passato e lanciò il suo grido malinconico. Quando il sole sorse, il pover'uomo si recò in sicurezza a casa sua, e allo stesso modo la seconda notte passata tranquillamente. La sera del terzo giorno si sentiva una strana inquietudine, gli sembrava che qualcosa stava per accadere.
Quando uscì vide, dal sagrato-muro, un uomo che non aveva mai visto prima. Egli non era più giovane, aveva cicatrici sul suo volto, e gli occhi guardò bruscamente e con entusiasmo in giro. Egli è stato interamente coperto con un vecchio mantello, e niente era visibile, ma le sue grandi maneggi stivali. "Che cosa stai cercando qui?" chiese il contadino. "Non hai paura del solitario cimitero?" - "Sto cercando nulla," rispose, "e ho paura di niente io sono come il ragazzo che è andato avanti per imparare a rabbrividire, e aveva il suo lavoro per i suoi dolori, ma ha ottenuto la figlia del re di moglie e grande ricchezza con lei, solo io sono rimasto povero. Io non sono niente, ma un soldato a pagamento-off, e mi riferisco a passare la notte qui, perché non ho altro rifugio." - "Se sei senza paura," disse il contadino, "stare con me, e mi aiuta a guardare quella tomba lì." - "Per mantenere l'orologio è affare di un soldato," rispose, "qualunque cadiamo in in questa sede, sia esso buono o cattivo, noi condividere tra di noi." Il contadino ha accettato di questo, e si sono seduti sulla tomba insieme.
Tutto era tranquillo fino a mezzanotte, quando all'improvviso un fischio acuto si udì nell'aria, e le due osservatori percepito il Maligno in piedi corporea prima di loro. "Siate off, voi straccioni!" gridò loro: "l'uomo che giace in quella tomba appartiene a me, voglio prenderlo, e se non te ne vai via voglio strizzare il collo!" - "Signore, con la penna rossa," disse il soldato, "Tu non sei il mio capitano, non ho bisogno di obbedire a voi, e non ho ancora imparato a passare la paura, ci resterò seduto qui."
Il diavolo pensò, "Il denaro è la cosa migliore con cui entrare in possesso di questi due vagabondi." Così ha iniziato a suonare una melodia morbida, e ha chiesto molto gentilmente, se essi non avrebbero accettato un sacco di soldi, e tornare a casa con lui? "Vale la pena ascoltare," rispose il soldato, "ma una borsa d'oro non servirà a noi, se si vuole dare quanto andrà in uno dei miei stivali, faremo uscire dal campo per voi e andare via." - "Ho non tanto come tale su di me," disse il Diavolo, "ma voglio prenderlo Nella vicina città vive un cambiavalute che è un mio buon amico, e prontamente avanti a me.." Quando il Diavolo era scomparso il soldato prese il suo stivale sinistro fuori, e disse: "Ci sarà presto tirare il naso del carbonaio per lui, dammi solo il coltello, compagno." Ha tagliato la suola largo lo stivale, e lo mise nell'erba alta vicino alla tomba sul bordo di un buco che era mezzo troppo cresciuto. "Che farà," lo ha detto; "Ora il spazzacamino può venire.
Entrambi sedettero e aspettarono, e non passò molto tempo prima che il diavolo tornò con un sacchetto d'oro in mano. "Basta versare in," ha detto il soldato, suscitando lo stivale un po '," ma che non sarà sufficiente." Quello nero scosse tutto ciò che era nella borsa; l'oro è sceso attraverso, e il bagagliaio è rimasta vuota. "Stupido Diavolo," gridò il soldato, "non farà! Non ho detto così in una volta? Torna di nuovo, e portare più." Il Diavolo scosse la testa, è andato, e nel giro di un'ora è venuto con una borsa molto più grande sotto il braccio. "Ora versatelo in," gridò il soldato, "ma dubito che il boot non sarà pieno." L'oro tintinnare mentre cadeva, ma l'avvio è rimasta vuota. Il Diavolo si guardò in se stesso con i suoi occhi ardenti, e si convinse della verità. "Hai vergognosamente grandi polpacci alle gambe!" gridò, e fece una smorfia. "Hai pensato," rispose il soldato, "che avevo un piede fesso come te? Da quando sei stato così avaro? Vedi che si ottiene più oro insieme, o il nostro affare si arriva a niente!" Il malvagio se ne andò di nuovo. Questa volta è rimasto lontano più a lungo, e quando finalmente apparve lui ansimava sotto il peso di un sacco che si trovava sulle spalle. Egli svuotò nel bagagliaio, che è stato altrettanto ben lungi dall'essere riempita come prima. Egli divenne furioso, e stava per strappare l'avvio dalle mani del soldato, ma in quel momento il primo raggio del sole nascente proruppe dal cielo, e lo Spirito del Male fuggì via con grida ad alta voce. La povera anima è stata salvata.
Il contadino ha voluto dividere l'oro, ma il soldato disse: "Dammi quello che cade per la mia sorte ai poveri, io verrò con te per la tua casetta, e insieme vivremo in riposo e tranquillità su ciò che rimaneva, finché Dio è lieta di permettere."Questo episodio è offerto da Podbean.com.

La spiga

Tuesday Aug 13, 2024

Tuesday Aug 13, 2024

Nei tempi in cui Dio camminava ancora su questa terra suolo era molto più fertile di oggi: allora le spighe davano non cinquanta o sessanta chicchi, ma quattrocento o cinquecento, perché tutto lo stelo era una spiga e i chicchi crescevano dalla sua sommità fino al suolo. Ma così sono gli uomini: nell'abbondanza dimenticano che questa benedizione viene loro da Dio e diventano indifferenti e privi di coscienza. Un giorno una donna passava davanti a un campo di grano quando suo figlio, che era con lei, cadde in una pozzanghera e si sporcò il vestito. Allora la madre colse una manciata di spighe e le usò per pulirlo. Nostro Signore, che anche passava di lì, vedendo questo si adirò e disse: "D'ora in poi lo stelo del grano sarà senza spiga, poiché gli uomini non meritano i doni del cielo." Le persone che si trovavano lì intorno, al sentire queste parole caddero in ginocchio e lo supplicarono che lasciasse un po' di chicchi sullo stelo perché, se anche gli uomini non li meritavano, almeno i polli, che erano innocenti, non sarebbero morti di fame. Il Signore, prevedendo la miseria cui li avrebbe condannati, si impietosì e accolse la loro supplica: così la spiga crebbe solo sulla parte superiore dello stelo, come la vediamo oggi.Questo episodio è offerto da Podbean.com.

Il tamburino

Tuesday Aug 13, 2024

Tuesday Aug 13, 2024

Una sera, un giovane tamburino se ne andava solo per i campi, arrivò alle rive di un lago; e là vide distesi tre pezzetti di candido lino. "Che tela sottile!," disse, e se ne mise uno in tasca. Andò a casa, non pensò più a quel che aveva trovato e si coricò. Stava per addormentarsi, quando gli parve che qualcuno lo chiamasse per nome. Stette in ascolto e sentì una voce sommessa, che lo chiamava: "Tamburino, tamburino, svegliati!." Siccome era notte fonda, non potè veder nessuno ma gli parve che una figura si librasse al volo, su e giù davanti al suo letto. "Cosa vuoi?," domandò. "Rendimi la mia carnicina," rispose la voce, "che mi hai portato via ieri sulla riva del lago." - "La riavrai," disse il tamburino, "se mi dici chi sei." - "Ah," rispose la voce, "sono la figlia di un gran re; ma son caduta in balia di una strega e sono confinata sul monte di vetro.
Ogni giorno devo bagnarmi nel lago con le mie due sorelle, ma senza la mia carnicina non posso più volar via. Le mie sorelle se ne sono andate, io invece ho dovuto rimanere. Ti prego, rendimi la mia carnicina!" - "Sta' tranquilla, povera bimba," disse il tamburino, "te la rendo ben volentieri." La trasse di tasca e gliela porse nell'oscurità. Ella la prese in fretta e furia e voleva scappar via.
"Aspetta un momento," diss'egli, "forse ti posso aiutare." - "Aiutarmi puoi soltanto se sali sul monte di vetro e mi togli di mano alla strega. Ma al monte di vetro non arrivi, e, se anche ci arrivassi vicino, non puoi salire." - "Quel che voglio, posso," disse il tamburino "Tu mi fai tanta pena e io non ho paura di nulla. Ma non so la strada, che conduce al monte di vetro." - "La strada attraversa il gran bosco, dove abitano gli orchi, che mangiano gli uomini," rispose la fanciulla, "di più non posso dirti." Poi egli l'udì partire con un frullar d'ali.
Allo spuntar del giorno si mise in cammino, col tamburo a tracolla, e senza paura andò dritto nel bosco. Dopo aver camminato un pezzetto senza vedere nemmeno un gigante, pensò: "Devo svegliare quei dormiglioni." Prese il tamburo e prese a battere così forte, che gli uccelli volarono via dagli alberi. Di li a poco si alzò anche un gigante, che aveva dormito sdraiato nell'erba, ed era alto come un abete. "Nanerottolo," gli gridò, "cosa vieni a battere il tamburo per svegliarmi sul più bello?" - "Suono," rispose l'altro, "perché ne vengono a migliaia dietro a me, e devono saper la strada." - "Cosa vogliono qui nel mio bosco?," domandò il gigante. "Vogliono farti la festa e ripulire il bosco da un mostro come te." - "Oh," disse il gigante, "io vi schiaccio come formiche." - "Credi forse che potrai far qualcosa contro di loro?," disse il tamburino, "se ti chini per abbrancarne uno, ti schizza via e si nasconde; ma quando tu ti corichi e dormi, saltan fuori da tutti i cespugli, e ti strisciano addosso. Ognuno ha alla cintura un martello d'acciaio, e così ti sfondano il cranio." Il gigante, impensierito, si disse: "Se mi metto con questi furbacchioni, potrebbe andarmi male: lupi e orsi li strangolo a mio piacere ma dai lombrichi non posso difendermi." - "Senti, piccolino," gli disse, "torna indietro; ti prometto che d'ora in poi lascerò in pace te e i tuoi compagni; e, se desideri qualcos'altro, dimmelo: ti aiuterò." - "Tu hai le gambe lunghe," ha detto il tamburino, "e correre più veloce di canst io, mi porto al vetro-montagna, e io vi darò i miei seguaci un segnale per tornare indietro, ed essi ti lasceranno in pace questo momento." - "Vieni qui, verme," disse il gigante; "siediti sulla mia spalla, io ti porterò dove tu vorrai essere." Il gigante lo sollevò, e il tamburino ha cominciato a battere il tamburo fino in alto per la gioia del suo cuore. Il pensiero gigante, che è il segnale per le altre persone a tornare indietro. Dopo un po ', un secondo gigante era in piedi in mezzo alla strada, che ha preso il tamburino dal primo, e lui bloccato nel suo all'occhiello. Il tamburino afferrato il pulsante, che era grande come un piatto, tenuta da esso, e si guardò allegramente intorno. Poi sono venuti ad un terzo gigante, che lo ha portato fuori all'occhiello, e lo misero sul bordo del cappello. Poi il tamburino camminava avanti e indietro sopra, e guardò sopra gli alberi, e quando ha percepito una montagna in lontananza blu, pensò, che deve essere il vetro-montagna, e così è stato. Il gigante fatto solo due passi di più, e che ha raggiunto ai piedi della montagna, dove il gigante lo ha messo giù. Il tamburino ha chiesto di essere messo sulla sommità del vetro-montagna, ma il gigante scosse la testa, ringhiò qualcosa nella sua barba, e tornò nella foresta.
E ora il povero tamburino era in piedi davanti alla montagna, che era alto come se tre montagne erano impilati gli uni sugli altri, e allo stesso tempo liscia come uno specchio, e non sapeva come ottenere su esso. Cominciò a salire, ma che era inutile, perché sempre scivolò di nuovo. Se uno era un uccello ormai, pensava, ma quello che era il bene di desiderare, non ali crescevano per lui. Mentre era in piedi così, non sapendo cosa fare, vide, non lontano da lui, due uomini che stavano lottando ferocemente insieme. Si avvicinò a loro e vide che stavano disputando su una sella che giaceva a terra davanti a loro, e che ciascuno di essi ha voluto avere. "Che sciocchi sei," disse lui, "a litigare su una sella, quando non si dispone di un cavallo per esso!" - "La sella vale la pena lottare su," rispose uno degli uomini, "chiunque si siede su di esso, e si desidera in qualsiasi luogo, anche se dovrebbe essere la fine della terra, arriva il momento che ha pronunciato il desiderio . La sella ci appartiene in comune. E 'il mio turno di cavalcare su di esso, ma che altro uomo non mi permette di farlo." - "Io presto decidere il litigio," ha detto il tamburino, e andò a una breve distanza e bloccato una canna bianca nel terreno. Poi tornò e disse: "Ora correre verso la meta, e chi arriva prima, deve andare prima." Entrambi si mettono al trotto, ma difficilmente se avessero fatto un paio di passi prima che il tamburino si girò sulla sella, si è voluto sul vetro-montagna, e prima che qualcuno potesse girarsi, lui era lì. Sulla cima della montagna era una pianura; sorgeva una vecchia casa di pietra, e di fronte alla casa giaceva una grande peschiera, ma dietro di esso era una selva oscura. Vide né gli uomini né animali; tutto era tranquillo; solo il vento frusciava tra gli alberi e le nuvole mosso da molto vicino sopra la sua testa. Andò alla porta e bussò. Quando aveva bussato per la terza volta, una vecchia con una faccia marrone e gli occhi rossi aprì la porta. Aveva gli occhiali sul suo naso lungo, e guardò bruscamente verso di lui; poi chiese cosa voleva. "Ingresso, cucina, e un letto per la notte," rispose il tamburino. "Che tu avrai," disse la vecchia, "se vuoi eseguire tre servizi in cambio." - "Perché no" egli rispose: "Io non ho paura di qualsiasi tipo di lavoro, per quanto dura possa essere." La vecchia lasciò andare, e gli diede un po 'di cibo e un buon letto di notte. La mattina dopo, quando aveva avuto il suo sonno, lei ha preso un ditale da dito rugoso, raggiunto al tamburino, e disse: "Vai a lavorare ora, e svuotare il laghetto con questo ditale, ma tu deve averlo fatto prima di notte, e deve aver cercato tutti i pesci che sono in acqua e disposti fianco a fianco, a seconda della loro natura e dimensione." - "Questo è un lavoro strano," disse il tamburino, ma è andato allo stagno, e cominciò a svuotarlo. Ha imballato tutta la mattina; ma quello che uno può fare per un grande lago con un ditale, anche se dovesse balla per mille anni? Quando fu mezzogiorno, pensò, è tutto inutile, e se io lavoro o non si arriverà alla stessa cosa. Così egli rinunciò e si sedette. Poi venne una fanciulla fuori di casa che ha impostato un cestino con il cibo prima di lui, e disse: "Che hai, che te ne starai seduto così tristemente qui" Lui la guardò, e vide che era meravigliosamente bella.
"Ah," disse lui, "non riesco a finire la prima parte di lavoro, come sarà con gli altri? Sono uscito a cercare la figlia di un re che si dice di abitare qui, ma io non l'ho trovato, e lo farò andare più lontano." - "Resta qui," disse la fanciulla, "Io ti aiuterò dal tuo difficoltà Tu sei stanco, posare la tua testa sul mio grembo, e dormire Quando tu awakest di nuovo, sarà fatto il tuo lavoro..." Il tamburino non aveva bisogno di sentirsi dire che per due volte. Non appena i suoi occhi erano chiusi, si voltò un anello che desidera e ha detto:. "Alzati, acqua Pesci, vieni fuori." Immediatamente l'acqua saliva in alto come una nebbia bianca, e si allontanò con le altre nuvole, ei pesci saltò sulla riva e si pose a fianco ciascuno secondo le sue dimensioni e tipo. Quando il tamburino si svegliò, vide con stupore che tutto è stato fatto. Ma la fanciulla disse: "Uno dei pesci non è sdraiato con quelli del suo genere, ma piuttosto solo, quando la vecchia viene a-notte e vede che tutto domandò è stato fatto, lei ti chiederà: Che cosa è questo? pesce sdraiato da solo per poi gettare i pesci in faccia, e dire: Questo è per te, vecchia strega ." In serata la strega è venuto, e quando lei aveva posto questa domanda, ha gettato i pesci in faccia. Si comportava come se lei non rilevi, e non disse nulla, ma guardò con occhi maliziosi. La mattina dopo mi ha detto: "Ieri era troppo facile per te, devo dare a te il lavoro più duro Oggi tu devi strappare giù tutta la foresta, dividere il legno in tronchi, e li accumulano, e tutto deve essere completato dalla. sera. "Lei gli diede un'ascia, un martello, e due cunei. Ma la scure era fatto di piombo, e il maglio e cunei erano di latta. Quando cominciò a tagliare, il bordo della scure si voltò, e il maglio e cunei sono stati picchiati fuori forma. Non sapeva come gestire, ma a metà giornata la fanciulla è venuto ancora una volta con la sua cena e lo confortò. "Lay tua testa sul mio grembo," disse, "e dormire, quando tu awakest, sarà fatto il tuo lavoro." Girò la desiderando-ring, e in un istante tutta la foresta cadde con uno schianto, la scissione di legno, e si disposti in cumuli, e sembrava come se giganti invisibili stavano finendo il lavoro. Quando si svegliò, la ragazza ha detto: "Credi tu vedi che il legno è accumulata su e organizzato, un ramo solo rimane, ma quando la vecchia donna arriva questa sera e chiede di te su quel ramo, darle un colpo con esso, e dire: Questo è per te, tu strega ." La vecchia donna venne: "C'è tu vedi quanto sia facile il lavoro è stato!" disse, "ma per chi hai lasciato che ramo che giace lì ancora?" - "Per te, o strega," rispose, e le diede un colpo con esso. Ma lei fece finta di non sentire, rise sprezzante, e disse: ." Domani mattina presto tu a organizzare tutto il legno in un mucchio, appiccarono il fuoco ad esso, e bruciarlo" Si alzò a rottura di giorno, e cominciò a raccogliere la legna, ma come può un uomo solo ottenere un intero bosco insieme? Il lavoro fatto alcun progresso. La fanciulla, però, non lo abbandonò nel suo bisogno. Lei gli portò il suo cibo a mezzogiorno, e dopo aver mangiato, posò la testa in grembo, e andò a dormire. Quando si svegliò, l'intera catasta di legna ardeva in un enorme fiamma, che si estendeva le sue lingue fuori nel cielo. "Ascoltami," disse la fanciulla, "quando arriva la strega, lei ti darò tutti i tipi di ordini, fare quello che chiede a te senza paura, e poi lei non sarà in grado di avere la meglio su di te, ma se tu arte paura, il fuoco afferrare te, e consumare te. alla fine, quando hai fatto tutto, il suo cogliere con entrambe le tue mani, e buttarla in mezzo al fuoco. "La fanciulla andò, e la vecchia donna venne furtivamente a lui. "Oh, io ho freddo," disse, "ma questo è un fuoco che brucia, ma riscalda le mie vecchie ossa per me, e mi fa bene, ma c'è un registro disteso che non brucia, portarla fuori per! me Quando tu hai fatto questo, tu sei libero, e puoi ben andare dove tu gradirai, vieni;.! andare in con una buona volontà "Il tamburino non riflette a lungo; balzò in mezzo alle fiamme, ma non lo ha fatto male, e non poteva nemmeno sc ESN un capello della sua testa. Ha svolto il log out, e lo posò. Difficilmente, però, ha avuto il legno toccato la terra che fu trasformato, e la bella fanciulla che lo aveva aiutato nel suo bisogno stava davanti a lui, e gli abiti di seta d'oro e brillanti che portava, sapeva giusto bene che lei era la la figlia del re. Ma la vecchia donna rise velenosamente, e disse: "Tu credi tu hai al sicuro, ma tu non l'hai ancora ottenuto" Proprio mentre stava per cadere sulla fanciulla e portarla via, il giovane afferrò la vecchia donna con entrambe le mani, la fece alzare in alto, e la gettò nelle fauci del fuoco, che si è chiuso su di lei come se fosse lieto che una vecchia strega doveva essere bruciato.
Poi la figlia del re guardò il tamburino, e quando vide che era un bel giovane e ricordò come aveva rischiato la vita per consegnare a lei, lei gli diede la mano e disse: "Tu hai osato tutto per amor mio, ma anch'io farò di tutto per tuo. Promessa di essere fedele a me, e tu sarai mio marito. noi non vogliamo ricchezze, avremo abbastanza con quello che la strega ha raccolto insieme qui. "Lei lo condusse in casa, dove c'erano casse e forzieri pieni di tesori della vecchia. La fanciulla lasciò l'oro e l'argento dove era, e ha preso solo le pietre preziose. Lei non rimanere più a lungo sul vetro-montagna, in modo che il tamburino ha detto di lei: ." Sedile te da me sulla mia sella, e poi voleremo in giù come gli uccelli" - "Non mi piace la vecchia sella," disse, "Ho bisogno solo girare il mio desiderando-ring e saremo a casa." - "Molto bene, allora," rispose il tamburino, "poi ci vuole di fronte alla città-gate." In un batter d'occhio erano lì, ma il tamburino ha detto: ." Andrò con i miei genitori e dire loro la notizia, aspettami fuori qui, sarò presto di nuovo" - "Ah," disse la figlia del re, "Chiedo a te di essere attenti sulla tua All'arrivo non baciare i tuoi genitori sulla guancia destra, oppure tu vuoi dimenticare tutto, e io stare dietro qui fuori, solo e abbandonato.." - "Come posso dimenticare te?" disse lui, e le promise di tornare molto presto, e ha dato la sua mano su di essa. Quando entrò in casa di suo padre, aveva cambiato così tanto che nessuno sapeva chi fosse, per i tre giorni che aveva passati sul vetro-montagna era stato tre anni. Poi si fece conoscere, ei suoi genitori si gettò al collo di gioia, e il suo cuore fu così commosso che ha dimenticato ciò che la fanciulla aveva detto, e li baciò su entrambe le guance. Ma quando lui aveva dato loro il bacio sulla guancia destra, ogni pensiero della figlia del re scomparve da lui. Egli ha svuotato le tasche, e pose manciate di più grandi gioielli sul tavolo. I genitori non avevano la minima idea di cosa fare con le ricchezze. Allora il padre costruì un magnifico castello, il tutto circondato da giardini, boschi e prati, come se fosse un principe andando a vivere in esso, e quando era pronto, la madre ha detto: "Ho trovato una fanciulla per te, e il matrimonio Shall essere in tre giorni. "Il figlio era contento di fare come i suoi genitori desideravano.
La povera principessa era rimasta un pezzo davanti alla città e aveva aspettato il ritorno del giovane. Quando si fece sera, disse: "Certo, ha baciato i genitori sulla guancia destra e mi ha dimenticata." Il suo cuore era colmo di tristezza; desiderò di essere in una casetta solitaria nel bosco e non volle tornare alla corte di suo padre. Ogni sera andava in città e passava davanti alla casa del tamburino; a volte egli la vedeva, ma non la riconosceva più. Alla fine, ella sentì la gente che diceva: "Domani si celebrano le nozze." Allora disse: "Voglio tentare di riconquistar il suo cuore." Il primo giorno della festa nuziale, ella girò l'anello magico e disse: "Un abito splendente come il sole!." Ed ecco la veste davanti a lei, e risplendeva tanto, che pareva tutta tessuta di raggi di sole. Ella entrò nella sala, quando gli ospiti furono riuniti; e tutti ammirarono quell'abito così bello, e specialmente la sposa; e siccome le belle vesti erano la sua passione, andò dalla sconosciuta e le domandò se volesse venderglielo. "Non per denaro!," rispose, "ma se mi è permesso passar la prima notte davanti alla camera dove dorme lo sposo, ve lo daro." La sposa non potè vincere il suo desiderio e acconsentì, ma versò un sonnifero nel vino dello sposo, così che egli cadde in un sonno profondo. E quando tutto fu cheto, la principessa si accoccolò davanti alla porta della camera da letto, l'aprì un poco e chiamò:
Tamburino, senti beneM'hai del tutto già dimenticata?Là sul monte di cristallo presso a me non sei mai stato?Non son io che ti ho difeso dalla strega e ti ho salvato?Ed eterna fedeltà non mi hai giurata?Tamburino, senti bene.
Ma tutto fu inutile, il tamburino non si svegliò e allo spuntar del giorno la principessa dovette andarsene senz'aver ottenuto nulla.
La seconda sera, ella girò l'anello magico e disse: "Un abito d'argento come la luna!." Quando apparve alla festa, la sua veste, delicata come il chiaro di luna, tornò a destare il desiderio della sposa, ed ella gliela diede; e in cambio chiese di passare anche la seconda notte davanti alla porta della camera da letto. E, nella quiete notturna, chiamò:
Tamburino, senti beneM'hai del tutto già dimenticata?Là sul monte di cristallo presso a me non sei mai stato?Non son io che ti ho difeso dalla strega e ti ho salvato?Ed eterna fedeltà non mi hai giurata?Tamburino, senti bene.
Ma il tamburino, stordito dal sonnifero, non si poteva svegliare.
Al mattino ella se ne tornò tristemente nella sua casa nel bosco. Ma i servitori avevano sentito il lamento della fanciulla sconosciuta e ne parlarono allo sposo; e gli dissero che non aveva potuto sentir nulla, perché gli avevan versato un sonnifero nel vino. La terza sera, la principessa girò l'anello magico e disse: "Un abito scintillante come le stelle!." E, quando apparve alla festa, la sposa era proprio fuori di sé per la bellezza di quella veste, che superava di molto le altre due; e disse: "Devo averla a tutti i costi!." La fanciulla gliela diede e, come per le altre, chiese di passar la notte davanti alla porta dello sposo. Ma lo sposo non bevve il vino che gli fu dato prima che si coricasse, e lo versò dietro il letto. Quando in casa fu tutto cheto, sentì una voce dolce che lo chiamava:
Tamburino, senti beneM'hai del tutto già dimenticata?Là sul monte di cristallo presso a me non sei mai stato?Non son io che ti ho difeso dalla strega e ti ho salvato?Ed eterna fedeltà non mi hai giurata?Tamburino, senti bene.
D'un tratto gli tornò la memoria. "Ah," esclamò, "come ho potuto agire con tanta perfidia! Ma la colpa è del bacio, che nella gioia ho dato ai miei genitori sulla guancia destra; quel bacio mi ha stordito." Saltò in piedi, prese per mano la principessa e la condusse al letto dei suoi genitori. "Questa è la mia vera sposa!," disse, "se sposo l'altra, commetto una grande ingiustizia." I genitori, quando seppero tutto quel ch'era successo, diedero il consenso. Si riaccesero i lumi nella sala, si portarono timpani e trombe, s'invitarono di nuovo amici e parenti; e le vere nozze furon celebrate con gran festa. La prima sposa, come risarcimento, si tenne quei bei vestiti e si disse contenta.Questo episodio è offerto da Podbean.com.

Il ladro maestro

Tuesday Aug 13, 2024

Tuesday Aug 13, 2024

Un giorno un vecchio uomo e sua moglie erano seduti davanti a una casa di riposo misero un po 'dal loro lavoro. All'improvviso una splendida carrozza con quattro cavalli neri arrivò guidando, e un uomo riccamente vestito discende da esso. Il contadino si alzò, andò alla grande uomo, e gli chiese cosa volesse, e in che modo potrebbe essere utile per lui? Lo straniero stese la mano al vecchio, e disse: "Non voglio niente ma per godere per una volta un piatto di paese; me cucinare delle patate, nel modo in cui li hai sempre, e poi mi siedo al tavolo e li mangiano con piacere. "Il contadino sorrise e disse: "Tu sei un conteggio o un principe, o forse anche un duca;. Signori nobili hanno spesso tali fantasie, ma avrai il tuo desiderio" La moglie andò in cucina, e cominciò a lavare e strofinare le patate, e per farli in palle, come sono mangiati dal paese-gente. Mentre era impegnato con questo lavoro, il contadino disse lo sconosciuto, "Vieni nel mio giardino con me per un po ', ho ancora qualcosa da fare." Aveva scavato alcuni buchi nel giardino, e ora voleva piantare alcuni alberi in loro. "Avete figli," chiese lo sconosciuto, "che ti potrebbe aiutare con il tuo lavoro?" - "No," rispose il contadino, "Avevo un figlio, è vero, ma è da tempo uscì nel mondo era un buono a nulla bene, acuto, e conoscendo, ma lo avrebbe fatto. imparare nulla ed era pieno di cattivi trucchi, finalmente correva lontano da me, e da allora ho sentito nulla di lui."
Il vecchio prese un giovane albero, metterlo in un buco, ha guidato in un post accanto, e, dopo aver spalato in qualche terra e aveva calpestato con forza verso il basso, ha legato il fusto dell'albero sopra, sotto, e in medio, veloce per il posto da una corda di paglia. "Ma dimmi," disse lo sconosciuto, "perché non si leghi che storta annodato albero, che giace in un angolo lì, si chinò quasi a terra, ad un posto anche che essa possa crescere dritto, così come questi? "Il vecchio sorrise e disse: "Signore, Tu parli secondo la vostra conoscenza, è facile vedere che non si ha familiarità con il giardinaggio. Quell'albero non è vecchio, e mis-deforme, nessuno può farlo direttamente ora. Alberi devono essere addestrati mentre sono giovane." - "Ecco come è stato con tuo figlio," disse lo sconosciuto, "se lo avessi allenato quando era ancora giovane, non sarebbe scappato, ora anche lui deve aver cresciuto duro e mis-deforme." - "In verità si tratta di un lungo periodo di tempo da quando è andato via," rispose il vecchio, "deve essere cambiato." - "Vuoi lo conoscete ancora, se dovesse venire da te?" chiese lo sconosciuto. "Difficilmente dal suo volto," rispose il contadino, "ma lui ha un segno su di lui, una nascita-segno sulla spalla, che sembra un fagiolo." Quando aveva detto che lo sconosciuto si tolse la giacca, nudo la sua spalla, e ha mostrato il contadino il fagiolo. "Buon Dio!" gridò il vecchio, "Tu sei proprio il mio figlio!" e l'amore per il suo bambino agitò nel suo cuore. "Ma," ha aggiunto, "come puoi tu essere mio figlio, tu sei diventato un gran signore e vivi della ricchezza e del lusso? Come hai tu in modo di farlo?" - "Ah, padre," rispose il figlio, "il giovane albero è stato legato a nessun messaggio ed è cresciuto storto, ora è troppo vecchio, non sarà mai di nuovo dritto Come ho avuto tutto quello che sono diventato un ladro , ma non allarmatevi, io sono un maestro ladro. Per me non ci sono né serrature né bulloni, tutto ciò che desidero è mio. non pensate che rubo come un ladro comune, prendo solo alcune delle superfluo dei ricchi . I poveri sono al sicuro, avrei preferito dare a loro che prendere qualcosa da loro. e 'lo stesso con tutto ciò che posso avere senza problemi, astuzia e destrezza ho mai toccarlo." - "Ahimè, figlio mio," disse il padre, "ma ancora non mi piacere, un ladro è ancora un ladro, ti dico che finirà male." Lo portò a sua madre, e quando sentì che era suo figlio, pianse di gioia, ma quando lui le disse che era diventato un maestro ladro, due corsi d'acqua scorreva sul viso. Alla fine disse: "Anche se è diventato un ladro, lui è ancora il mio figlio, ei miei occhi lo hanno veduto più di una volta." Si sedettero a tavola, e ancora una volta ha mangiato con i suoi genitori il cibo disgraziato che non aveva mangiato per tanto tempo. Il padre disse: "Se il nostro Signore, il conteggio lassù nel castello, impara chi sei, e ciò che il commercio che seguirai, egli non prenderà te tra le braccia e cullare te in loro come ha fatto quando ti terrà presso il carattere, ma ti farò a oscillare da un halter." - "Siate facile, padre, egli mi farà alcun male, perché ho capito il mio mestiere andrò io stesso questo giorno." Quando la sera si avvicinava, il maestro-ladro si sedette nella sua carrozza, e andò al castello. Il conte lo ricevette civilmente, per lo prese per un uomo distinto. Quando, però, lo sconosciuto si è fatto conoscere, il conte impallidì ed era piuttosto in silenzio per qualche tempo. Alla fine disse: "Tu sei il mio figlioccio, e per questo motivo la misericordia deve prendere il posto della giustizia, e mi occuperò indulgenza con te. Poiché tu pridest te stesso di essere un maestro ladro, io metterò la tua arte alla prova , ma se tu non resistere alla prova, tu devi sposare daughter del cordaio, e il gracchiare del corvo deve essere la tua musica in occasione ." - "Count Signore," rispose il maestro-ladro, "Pensa di tre cose, così difficile come ti piace, e se io non compio le vostre mansioni, fare di me ciò che vuoi." Il conteggio riflette per qualche minuto, e poi disse: "Bene, allora, in primo luogo, tu rubare il cavallo tengo per il mio cavallo, fuori t egli stabile, nel prossimo, tu rubare il foglio da sotto i corpi di mia moglie e me stesso quando siamo addormentati, senza il nostro osservandolo, e il matrimonio-anello di mia moglie, nonché, in terzo luogo, infine, sarai rubare via dalla chiesa, il parroco e addetto Mark quello che sono. dicendo, per la tua vita dipende da questo."
Il master-ladro è andato alla città più vicina; ci ha comprato i vestiti di una vecchia contadina, e li mise. Poi ha macchiato la faccia marrone, e le rughe su di essa dipinta come pure, in modo che nessuno avrebbe potuto riconosciuto. Poi riempì una piccola botte con vino vecchio in Ungheria che è stato mescolato un potente sonno-drink. Mise la botte in un cestino, che ha preso sulle spalle, e si avviò a passi lenti e barcollanti verso il castello del conte. Era già buio quando arrivò. Si sedette su una pietra nel cortile e cominciò a tossire, come una vecchia donna asmatico, e strofinare le mani come se avesse freddo. Davanti alla porta della stalla alcuni soldati giacevano intorno a un fuoco; uno di loro ha osservato la donna, e gridò: "Vieni più vicino, vecchia madre, e te caldo accanto a noi. Dopo tutto, tu non hai letto per la notte, e deve prendere uno dove tu puoi trovarla."
La vecchia donna barcollò fino a loro, li pregò di sollevare il cestello dalla schiena, e si sedette accanto a loro il fuoco. "Che cosa hai ottenuto nella tua piccola botte, vecchia signora?" chiese uno. "Un buon sorso di vino," rispose lei. "Vivo da commercio, per il denaro e le parole giuste Sono pronto a farvi avere un bicchiere." - "Cerchiamo di avere qui, allora," disse il soldato, e, dopo aver assaggiato un bicchiere, disse, "Quando il vino è buono, mi piace un altro bicchiere," e aveva un altro versato per se stesso, e seguì il resto la sua esempio. "Salve, compagni," gridò uno di loro a coloro che erano nella stalla, "qui è un vecchio goody che ha il vino che è vecchio come lei; prendere una bozza, che scalderà i vostri stomaci di gran lunga migliore rispetto al nostro fuoco." La vecchia donna portava la sua botte nella stalla. Uno dei soldati si era seduto sul passeggiate a cavallo sellato, un altro ha tenuto la sua briglia in mano, un terzo aveva afferrato la coda. Versò fuori tanto quanto volevano fino alla primavera corse a secco. Non passò molto tempo prima che la briglia cadde dalla mano di colui, e lui cadde e cominciò a russare, l'altra stretta a sinistra della coda, si sdraiò e russava ancora più forte. Colui che era seduto in sella, ha fatto rimanere seduto, ma piegò la testa quasi fino al collo del cavallo, e dormiva e soffiò con la bocca come il mantice di una fucina. I soldati al di fuori erano già dormito per molto tempo, e sono stati giaceva a terra immobile, come morto. Quando il maestro ladro vide che era riuscito, diede il primo una corda in mano al posto della briglia, e l'altro che era stato in mano la coda, un filo di paglia, ma quello che doveva fare con quello che era seduto sulla schiena del cavallo? Lui non voleva buttarlo giù, perché avrebbe svegliato e ha emesso un grido. Aveva una buona idea, egli slacciò i sottopancia della sella, legò un paio di corde che sono state appese ad un anello sul muro veloce per la sella, e disegnò il cavaliere addormentato in aria su di esso, poi girò la corda intorno i posti, e ne ha fatto in fretta. Ben presto sciolse il cavallo dalla catena, ma se avesse cavalcato sul pavimento di pietra del cantiere che avrebbe sentito il rumore nel castello. Così ha avvolto zoccoli del cavallo in vecchi stracci, lo condusse con cautela, balzò su di lui, e al galoppo.
Quando si fece giorno, il maestro galoppo al castello sul cavallo rubato. Il conte era appena alzato, e stava guardando fuori dalla finestra. "Buongiorno, signor conte," gridò lui, "qui è il cavallo, che ho avuto modo sicuro fuori della stalla Basta guardare, come splendidamente tuoi soldati stanno mentendo dormire lì;! E se si vuole, ma va nella stalla , si vedrà quanto è comodo vostri osservatori hanno fatto per se stessi. "Il conte non poteva trattenersi dal ridere, poi disse: "Per una volta tu hai riuscito, ma le cose non andranno così bene la seconda volta, e io ti avvertono che se tu vieni davanti a me come un ladro, mi occuperò di te come ho sarebbe un ladro. "Quando la contessa andò a letto quella notte, chiuse la mano con l'anello nuziale strettamente insieme, e il conte disse: "Tutte le porte sono chiuse e avvitati, io non mancherà di tenere sveglio e attendere che il ladro, ma se si mette nei dalla finestra, io lo sparare. "Il maestro-ladro, però, è andato nel buio alla forca, tagliare un povero peccatore che pendeva lì giù dal capestro, e lo portò sulla schiena al castello. Poi mise una scala fino alla camera da letto, ha messo il cadavere sulle spalle, e cominciò a salire. Quando si era messo così in alto che la testa del morto ha mostrato alla finestra, il conte, che stava guardando nel suo letto, sparato un colpo di pistola contro di lui, e subito il maestro lascia il povero peccatore cadere, e si nascose se stesso in uno angolo. La notte era sufficientemente illuminata dalla luna, per il master di vedere chiaramente come il conte scese dalla finestra al scaletta, scese, portò il cadavere in giardino, e cominciò a scavare una buca in cui posarlo . "Ora," pensò il ladro, "il momento favorevole è arrivato," ha rubato agilmente dal suo angolo, e si arrampicò su per la scala direttamente in camera da letto della contessa. "Cara moglie," cominciò nella voce del conte, "il ladro è morto, ma, dopo tutto, lui è il mio figlioccio, ed è stato più di un capro grace di un cattivo io non lo metterò ad aprire vergogna.; inoltre, mi dispiace per i genitori. io lo seppellirmi prima dell'alba, nel giardino che la cosa non può essere conosciuto, così mi darà il foglio, che si concluderà il corpo in esso, e lo seppellirò come un cane burries cose da graffi ." La contessa gli ha dato il foglio. "Che cosa dico," continuò il ladro, "Ho un impeto di magnanimità su di me, dammi l'anello troppo, - l'uomo infelice rischiato la vita per essa, così lui può portarlo con sé nella tomba." Non avrebbe gainsay il conteggio, e anche se lei ha fatto controvoglia lei ha richiamato l'anello dal dito, e lo diede a lui. Il ladro ha fatto fuori con entrambe queste cose, e arrivò a casa in modo sicuro prima che il conteggio del giardino aveva finito il suo lavoro di seppellire.
Che faccia lunga il conteggio ha tirare quando il padrone è venuto mattina seguente, e gli portò il foglio e l'anello. "Sei tu un mago?" disse, "Chi ti ha recuperato dalla tomba in cui mi misi a te, e ti ha portato in vita?" - "Non mi hai seppellire," disse il ladro, "ma il povero peccatore sulla forca," e gli disse esattamente come tutto ciò fosse accaduto, e il conte fu costretto a proprio a lui che era un furbo, scaltro ladro. "Ma tu non hai ancora raggiunto la fine," ha aggiunto, "tu hai ancora per eseguire il terzo compito, e se tu non riescono a quella, tutto è inutile." Il maestro sorrise e non rispose. Quando la notte era scesa andò con un lungo sacco sulle spalle, un fagotto sotto le braccia, e una lanterna in mano al villaggio-chiesa. Nella sacca che aveva alcuni granchi, e nel breve cera candele fascio. Si sedette sul sagrato della chiesa, tirò fuori un granchio, e bloccato una cera di candela sulla schiena. Poi accese la piccola luce, ha messo il granchio a terra, e lasciare strisciare su. Prese un secondo fuori dal sacco, e trattata nello stesso modo, e così via fino all'ultimo era fuori dal sacco. Egli ne mise su una lunga veste nera che sembrava cappuccio di un monaco, e infilò una barba grigia sul mento. Quando finalmente era irriconoscibile, ha preso il sacco in cui i granchi erano stati, andò in chiesa, e salì sul pulpito. L'orologio della torre è stata appena sorprendente dodici anni; quando l'ultimo colpo era suonato, gridò con voce forte e penetrante, "Ascoltate, uomini peccatori, la fine di tutte le cose è arrivato! L'ultimo giorno è a portata di mano! Ascoltate! Ascoltatemi! Chi vuole andare in paradiso con me deve Striscio nel sacco io sono Peter, che apre e chiude la porta del cielo Ecco come i morti fuori c'è nel sagrato, sono vagando di raccogliere le loro ossa Vieni, vieni, e insinuarsi nella sacca,... del mondo sta per essere distrutta! "Il grido echeggiò tutto il villaggio. Il parroco e addetto che ha vissuto più vicino alla chiesa, sentirono prima, e quando videro le luci che si muovevano sul sagrato, hanno osservato che qualcosa di insolito stava succedendo, e andò in chiesa. Hanno ascoltato il sermone per un po ', e poi l'impiegato nudged il parroco e disse: "Non sarebbe male se dovessimo usare l'occasione insieme, e prima che l'alba dell'ultimo giorno, a trovare un modo semplice di arrivare a il cielo." - "A dire il vero," rispose il parroco, "questo è ciò che io stesso ho pensato, quindi se siete inclini, ci sarà stabilito sulla nostra strada." - "Sì," rispose l'impiegato, "ma tu, il parroco, hanno la precedenza, mi seguirai." Così il parroco è andato prima, e salì sul pulpito dove il maestro aprì il suo sacco. Il Parson insinuato in prima, e poi l'impiegato. Il maestro subito legato il sacco saldamente, è colto a metà, e trascinato giù dal pulpito-passi, e ogni volta che le teste dei due sciocchi urtato contro i gradini, gridò, "Stiamo andando oltre le montagne." Poi li tirò attraverso il paese nello stesso modo, e quando passavano attraverso pozzanghere, gridò, "Adesso stiamo attraversando nuvole bagnati." E quando finalmente fu li trascinava su per le scale del castello, gridò: "Ora siamo sui gradini del cielo, e sarà presto nel cortile esterno." Quando si era messo in cima, spinse il sacco in piccionaia, e quando i piccioni svolazzavano su, disse: "Senti come verificati gli angeli sono, e come sono sbattere le ali!" Poi chiuse la porta su di loro, e se ne andò.
La mattina seguente si recò al conte, e gli disse che aveva compiuto il terzo compito anche, e aveva portato il parroco e impiegato fuori dalla chiesa. "Dove li hai lasciati?" chiese il Signore. "Stanno mentendo al piano di sopra in un sacco in piccionaia, e immaginano che sono in cielo." Il conteggio è salito se stesso, e si convinse che il padrone aveva detto la verità. Quando ebbe consegnato il parroco e impiegato dalla loro prigionia, egli disse, "Tu sei un arco-ladro, e hai vinto la tua scommessa. Per una volta tu escapest con tutta la pelle, ma fa che tu leavest mia terra, per se mai tu settest piede su di esso di nuovo, tu may'st contare sulla tua elevazione al patibolo." L'arco-ladro ha preso congedo dai suoi genitori, ancora una volta è andato avanti per il mondo, e nessuno ha mai sentito parlare di lui da allora.Questo episodio è offerto da Podbean.com.

Il leprotto marino

Tuesday Aug 13, 2024

Tuesday Aug 13, 2024

C'era una volta una principessa, che, alta sotto i merli nel suo castello, aveva un appartamento con dodici finestre, che dava in ogni direzione possibile, e quando lei salì ad esso e si guardò intorno, lei poteva ispezionare il suo tutto il regno. Quando lei guardò fuori dalla prima, la sua vista era più acuta di quella di qualsiasi altro essere umano; dal secondo poteva vedere ancora meglio, a partire dal terzo più nettamente ancora, e così continuò, fino al XII, dal quale vide tutto sopra la terra e sotto la terra, e nulla poteva essere tenuta segreta da lei. Inoltre, come lei era altezzosa, e sarebbe soggetto a nessuno, ma ha voluto mantenere il dominio per sé sola, ha causato a essere proclamato che nessuno dovrebbe mai essere suo marito che non riusciva a nascondersi da lei così efficacemente, che dovrebbe essere abbastanza impossibile per lei di trovare lui. Chi ha provato questo, però, ed è stato scoperto da lei, era di avere la testa ha colpito al largo, e bloccato su un post. Ninety-sette posti con le teste dei morti erano già in piedi davanti al castello, e nessuno era venuto in avanti per lungo tempo. La principessa fu felice, e pensò: "Ora sarò libero finché io vivo." Poi tre fratelli apparvero davanti a lei, e ha annunciato a lei che erano desiderosi di tentare la fortuna. Il più anziano creduto che sarebbe stato al sicuro se avesse insinuato in un calce-pit, ma lei lo ha visto dalla prima finestra, lo fece uscire, e aveva la testa tagliata. Il secondo si insinuò nella cantina del palazzo, ma lei lo percepiva anche dalla prima finestra, e il suo destino era segnato. La sua testa fu posta sul montante nove e novantesimo. Poi il più giovane è venuto a lei e la pregò di dargli una giornata di riflessione, e anche di essere così gentile da trascurare se lei dovesse accadere di scoprire lui due volte, ma se non è riuscito per la terza volta, si guardava alla sua vita come sopra. Mentre lui era così bello, e pregò così intensamente, ha detto, "Sì, mi concederò te, ma tu non avere successo."
Il giorno dopo egli meditò a lungo come si deve nascondersi, ma tutto invano. Poi afferrò il fucile e andò a caccia. Vide un corvo, ha preso un buon obiettivo a lui, e stava per sparare, quando l'uccello gridò: "Non sparate, io farò la pena tua anche se non." Mise la pistola, continuò, e giunse a un lago dove ha sorpreso un grande pesce che era venuto dalle profondità sotto la superficie dell'acqua. Quando aveva rivolto a lui, il pesce gridò, "Non sparate, e farò la pena, mentre la tua." Egli ha permesso di immergersi di nuovo, è andato avanti, e incontrò una volpe che era zoppo. Sparò e perse, e la volpe gridò: "Tu avuto molto meglio venire qui e disegnare la spina dal mio piede per me." Lo ha fatto; ma poi voleva uccidere la volpe e la pelle che, la volpe disse, "Stop, e mi renderà degno tuo tempo." Il giovane lo lasciò andare, e poi come era sera, tornò a casa.
Il giorno dopo era a nascondersi; ma comunque molto lui perplesso il cervello su di esso, non sapeva dove. Andò nella foresta per il corvo e disse: "Io ti lascio vivere, così ora mi dica dove devo nascondermi, in modo che la figlia del re non deve vedermi." Il corvo abbassò la testa e ho pensato sopra per un lungo tempo.
Alla fine gracchiò, "ce l'ho." Andò a prendere un uovo dal suo nido, tagliata in due parti, e chiuse il giovane al suo interno; poi reso tutto nuovo, e si seduto su di esso. Quando la figlia del re andò alla prima finestra che lei non riusciva a scoprire, né poteva dagli altri, e lei cominciò a essere a disagio, ma dal XI lo vide. Ha ordinato il corvo per essere girato, e l'uovo per essere portato e rotto, e il giovane è stato costretto a venire fuori. Ha detto, "Per una volta tu sei scusato, ma se tu non lo fanno meglio di questo, tu sei perduta!"
Il giorno dopo si recò al lago, chiamato il pesce a lui e disse: "Ho sofferto di te per vivere, ora dimmi dove nascondermi in modo che la figlia del re non può vedermi." Il pensiero di pesce per un po ', e alla fine esclamò, "ce l'ho! Ti chiusa te nel mio stomaco." Egli lo inghiottì, e andò verso il fondo del lago. La figlia del re guardò attraverso le sue finestre, e anche dal XI non lo vedeva, ed era allarmato; ma alla fine del XII lo vide. Ha ordinato il pesce per essere catturati e uccisi, e poi il giovane è apparso. Ognuno può immaginare quello che uno stato d'animo in cui era. Ha detto: "Due volte tu sei perdonato, ma essere sicuri che la tua testa sarà impostato sul post centesimo."
L'ultimo giorno, si recò con il cuore pesante nel paese, e incontrò la volpe. "Tu sai come trovare tutti i tipi di nascondigli," lo ha detto; "Ho lasciato te vivo, ora mi consigliano dove io nascondermi in modo che la figlia del re non deve scoprire me." - "Questo è un compito difficile," rispose la volpe, guardando molto premuroso. Alla fine esclamò, "ce l'ho!" e andò con lui a una molla, si è immerso in esso, ed è venuto fuori come una stalla-keeper nel mercato, e commerciante di animali. Il giovane ha dovuto immergere se stesso nell'acqua anche, ed è stato trasformato in un piccolo mare-hare. Il mercante andò in città, e ha mostrato la graziosa bestiola, e molte persone riuniti per vederlo. Alla fine la figlia del re è venuto allo stesso modo, e come lei è piaciuto molto, ha comprato, e ha dato il mercante un bel po 'di soldi per questo. Prima lo diede a lei, disse che: "Quando la figlia del Re va alla finestra, strisciano rapidamente sotto le trecce di capelli che." Ed ora il momento è arrivato quando era a cercarlo. Andò a una finestra dopo l'altro, a sua volta, dalla prima alla undicesima, e non lo vide. Quando lei non lo vedeva dal XII sia, lei era piena di ansia e rabbia, e spegnerlo con tale violenza che il vetro in ogni finestra rabbrividì in mille pezzi, e tutto il castello scosse.
Tornò e si sentiva il mare-lepre sotto le trecce dei suoi capelli. Poi afferrò, e lo gettò a terra esclamando: "Via con te, uscire dalla mia vista!" Correva al commerciante, ed entrambi si affrettò a primavera, in cui si tuffarono, e ricevuto indietro la loro vera forma. Il giovane ha ringraziato la volpe, e disse: "Il corvo e il pesce sono idioti confrontati con te, tu sai la melodia diritto di giocare, non si può negare che!"
Il giovane è andato dritto al palazzo. La principessa era già lo aspettava, e si accomodato al suo destino. Il matrimonio è stato celebrato, e ora era re e signore di tutto il regno. Lui non l'ha mai detto dove si era nascosto per la terza volta, e che lo aveva aiutato, così lei credeva di aver fatto tutto con la propria bravura, e aveva un grande rispetto per lui, per pensò: "Egli è in grado di fare più di me."Questo episodio è offerto da Podbean.com.

Le briciole sulla tavola

Tuesday Aug 13, 2024

Tuesday Aug 13, 2024

Un giorno un contadino disse ai suoi cagnolini: "Venite in sala da pranzo a mangiare le briciole di pane rimaste sulla tavola. La padrona è andata a far visite."I cuccioli risposero: "No, no. Noi non ci veniamo. Se la padrona lo viene a sapere, ci picchia."E il contadino: "Non verrà a saperlo e, dopo tutto, non vi dà mai niente di buono da mangiare.""No, no, non dobbiamo andare: dobbiamo lasciarlo da solo," si dissero i cagnolini.Ma il contadino non li lasciava in pace e alla fine si decisero a salire sulla tavola e a divorare voracemente le briciole.In quel mentre arrivò la padrona e, preso un bastone, cominciò a picchiarli di santa ragione."Ahi ahi ahi! Hai visto?," dissero i cuccioli."Ah ah ah! Ma non è quello che vi aspettavate?" rispose il contadino.E a quelli non rimase che scappare via di corsa.Questo episodio è offerto da Podbean.com.

Il contadino e il diavolo

Tuesday Aug 13, 2024

Tuesday Aug 13, 2024

C'era una volta su un tempo di una lungimirante, contadino furbo cui trucchi sono stati molto parlato. La migliore storia è, però, come che una volta entrato in possesso del Diavolo, e ha fatto un gioco di lui. Il contadino avuto un giorno lavora nel suo campo, e come il crepuscolo aveva messo in, stava facendo pronto per il viaggio di ritorno, quando vide un mucchio di carboni ardenti nel bel mezzo del suo campo, e quando, pieno di stupore, andò fino ad esso, un diavoletto nero era seduto sui carboni ardenti. "Tu fai davvero sedersi su un tesoro!" disse il contadino. "Sì, in verità," rispose il Diavolo ," a un tesoro che contiene più oro e argento che tu hai mai visto nella tua vita!" - "Il tesoro si trova nel mio campo e appartiene a me," disse il contadino. "E 'tuo," rispose il Diavolo, "se tu vuoi per due anni mi danno la metà di tutto il tuo campo produce. Soldi ho abbastanza, ma ho un desiderio per i frutti della terra." Il contadino ha approvato l'affare. "Al fine, tuttavia, che nessuna contestazione può sorgere circa la divisione," ha detto, "tutto ciò che è al di sopra del suolo è appartiene a te, e ciò che è sotto la terra per me." Il Diavolo era abbastanza soddisfatto di questo, ma il contadino furbo aveva seminato rape.
Ora, quando il tempo di raccolto è venuto, il Diavolo è apparso e voleva portare via il suo raccolto; ma non trovò altro che delle foglie secche di colore giallo, mentre il contadino, pieno di gioia, stava scavando le sue rape. "Tu hai avuto il meglio di esso, per una volta," disse il Diavolo, "ma la prossima volta che non lo farà. Che cresce fuori terra saranno tuoi, e ciò che è sotto di essa, la mia." - "Sono disposto," rispose il contadino; ma quando venne il momento di seminare, non ha ancora seminare rape, ma il grano. Il grano è diventato maturo, e il contadino entrò in campo e tagliare i gambi pieni fino a terra. Quando venne il diavolo, non trovò altro che le stoppie, e se ne andò in una furia giù in una fenditura nella roccia. "Questo è il modo per ingannare il diavolo," disse il contadino, e andò a prendere via il tesoro.Questo episodio è offerto da Podbean.com.

Il fuso, la spola e l’ago

Tuesday Aug 13, 2024

Tuesday Aug 13, 2024

C'era una volta una ragazza, orfana di entrambi i genitori sin dalla tenera età. La sua madrina viveva tutta sola in una piccola casetta ai confini del villaggio, e per vivere faceva la tessitrice, la filatrice, e la cucitrice; la vecchia prese l'orfanella a servizio e la crebbe caritatevolmente. Quando la fanciulla ebbe quindici anni, la madrina si ammalò; allora chiamò a sé la ragazza e le disse: "Mia cara figliola, sento che la mia fine è vicina; ti lascio questa mia casetta che ti proteggerà da venti e dal maltempo. Ti lascio, inoltre, un fuso, una spola, e un ago. Con questi potrai guadagnarti da vivere." Così dicendo, pose le mani sul capo della fanciulla, e la benedisse: "Porta sempre il Signore nel tuo cuore, e vedrai che tutto andrà bene." E chiuse gli occhi. Quando la seppellirono nella terra per darle l'eterno riposo, la ragazza comparì davanti alla bara piangendo e porgendole i più rispettosi omaggi. La fanciulla viveva ora tutta sola in quella piccola casa; era assai operosa: tutto il giorno puliva, rassettava, cuciva e tesseva, e tutto quello che faceva era benedetto dalla buona vecchia. Sembrava che il lino nella sua cucina si moltiplicasse, e, ogni volta che tesseva un tappeto, o della stoffa, o cuciva una camicia, ecco che subito si presentava un compratore che pagava lautamente il suo lavoro; in questo modo non si trovò mai in difficoltà e avanzava sempre qualcosa da spartire con gli altri.
In quel periodo, il figlio del re si trovava di passaggio per le terre del regno, in cerca di una moglie; non la voleva né povera, né ricca. Diceva: "Mia moglie dovrà essere nel contempo, sia la più povera, che la più ricca." Quando giunse in quel villaggio, domandò, come al solito, chi fosse la più ricca e allo stesso tempo la più povera. Subito gli citarono la ragazza più benestante, e poi dissero che la fanciulla più povera era senz'altro quella che viveva in quella casetta ai limiti del paese. La ragazza ricca sedeva all'entrata, tutta agghindata, e quando il principe si avvicinò, ella gli fece un inchino; lui non le disse neanche una parola, e cavalcò via. Quando giunse davanti alla porta della casetta, non la trovò sull'uscio, perché invece stava seduta nella sua cucinetta; il figlio del re fermò il cavallo e guardò dentro alla finestra, sulla quale brillava un sole luminoso, e in quel mentre vide la ragazza, seduta composta al filatoio a filare diligentemente. Alzò lo sguardo, e quando si vide spiata dal giovane, subito arrossì imbarazzata, chiuse gli occhi, e continuò a filare. Non so se il filo questa volta fosse uscito proprio tutto uguale, ma lei continuò a filare fino a quando il principe se ne fu andato. Allora, si diresse alla finestra e l'aprì, dicendo: "Fa così caldo in cucina," e facendo finta di niente, continuò a seguirlo furtivamente con lo sguardo fino a quando riuscì a scorgere le piume bianche del cappello di lui. La fanciulla tornò poi a sedersi al filatoio e continuò il suo lavoro, finché improvvisamente rammentò certe parole che la vecchia madrina recitava talvolta mentre lavorava, e prese a canticchiarla:
Fuso, fuso, sù, fai in frettae porta un pretendentea 'sta casetta.
Sapete che successe? Il fuso le scivolò dalle mani e sgattaiolò fuori di casa; stupefatta, la ragazza balzò in piedi e lo vide danzare festosamente tra i campi, mentre lasciava svolgere un bellissimo filo d'oro tutto scintillante, e in un battibaleno sparì dalla sua vista. Così, dal momento in cui si ritrovò senza il fuso, prese la spola, si sedette al telaio' e cominciò a tessere.
Intanto, il fuso continuò incessantemente la sua danza, e quando il filo raggiunse il fondo, ecco che comparve giusto giusto davanti al principe, il quale esclamò: "E quello cos'è? Sembra un fuso.. Possibile che mi stia indicando la strada?" Voltò il cavallo e cominciò e andò dietro al filo d'oro. Intanto, la fanciulla continuava il suo lavoro cantando:
Spola, spola, tessi per me una tela divinae porta un pretendente alla mia casina.
Così dicendo, anche la spola le fuggì di mano e sgattaiolò all'uscita della casetta, e lì, cominciò a tessere il più bel tappeto che si fosse mai visto al mondo: ai lati fiorivano rose e gigli; nel mezzo, su un sfondo d'oro, c'erano file di prato verde su cui saltellavano lepri e conigli, ed, inoltre, tanti cervi a fare capolino. E, in alto, posatisi sui rami, tanti incantevoli uccelli dalle ali variopinte; mancava solo il loro dolce canto. La spola, intanto, continuava a saltare avanti e indietro, e tutto si animava intorno ad essa.
Dopo che anche la spola se ne fu scappata via, alla fanciulla non restò che un ago. Decise allora di mettersi a cucire, e cucendo cantava:
Ago, ago, appuntito e sottile,Rassetta la casa, che il mio ospite sta per venire.
Allora l'ago le schizzò dalle dita e volò su e giù per la cucina più velocemente di un fulmine: era come se ci fossero dei folletti invisibili a dirigere le operazioni, e in brevissimo tempo la tavola e le panche furono rivestite da un bel tessuto verde, le sedie furono ricoperte di velluto puro, e alle finestre furono appese delle tendine di seta. L'ago aveva appena cucito il suo ultimo punto, quando la fanciulla vide dalla finestra le piume bianche del berretto del principe, che era stato condotto lì dal filo d'oro del fuso. Smontò da cavallo e si diresse verso l'entrata, passando per il tappeto, ed entrò in casa; quando fu in cucina, trovò la fanciulla vestita di un semplice abito, e pur così bella da risplendere come una rosa di maggio. "Tu sei la più povera, ma anche la più ricca" le disse, "vieni con me, e sarai la mia sposa." Ella taceva, ma allungò una mano verso di lui; poi, il principe le diede un bacio e la condusse fuori, la fece montare sul suo cavallo, e la condusse al palazzo reale dove ebbero luogo le nozze che furono celebrate con grande giubilo. E da quel giorno in poi il fuso, la spola, e l'ago furono custoditi nella sala del tesoro, e conservati con tutti gli onori.Questo episodio è offerto da Podbean.com.

La lepre e il porcospino

Tuesday Aug 13, 2024

Tuesday Aug 13, 2024

Questa storia, cari giovani ragazzi, sembra essere falsa, ma è proprio vero, per mio nonno, da cui ho essa, utilizzato sempre, quando in relazione con, per dire con compiacenza, "Deve essere vero, mio figlio, o altrimenti nessuno poteva dirlo a te. "La storia è la seguente. Una Domenica mattina il momento del raccolto, proprio come il grano saraceno era in fiore, il sole splendeva nel cielo, il vento dell'est soffiava calorosamente sui campi di stoppia, le allodole cantavano in aria, le api ronzano tra il grano saraceno, le persone erano tutti andando nei loro abiti della domenica in chiesa, e tutte le creature erano felici, e il riccio era troppo felice. Il riccio, però, era in piedi vicino alla sua porta con le braccia sui fianchi, godendo la brezza del mattino, e lentamente trilla una canzoncina a se stesso, che non era né migliore né peggiore di canzoni che ricci hanno l'abitudine di cantare su una Domenica benedetta mattina. Mentre cantava così a mezza voce a se stesso, improvvisamente venne in mente che, mentre la moglie era il lavaggio e l'asciugatura dei bambini, avrebbe potuto benissimo fare una passeggiata nel campo, e vedere come le sue rape erano in corso. Le rape erano, infatti, accanto a casa sua, e lui e la sua famiglia erano abituati a mangiare loro, per cui egli considerava come la sua. Detto fatto. Il riccio chiuse la porta di casa dietro di lui, e ha preso il percorso del campo. Lui non era andato molto lontano da casa, e stava girando intorno al prugnolo cespuglio che sta lì fuori del campo, per andare fino in rapa-campo, quando ha osservato la lepre che era uscito per affari dello stesso tipo, vale a dire, a visitare i suoi cavoli. Quando il riccio vide la lepre, lo ordinò una buona amichevole mattina. Ma la lepre, che era a suo modo un distinto signore, e spaventosamente altero, non ha restituito il saluto del riccio, ma gli disse, assumendo al tempo stesso un modo molto sprezzante: "Come ti capita di essere in esecuzione su qui in campo così presto la mattina?" - "Mi sto prendendo una passeggiata," disse il riccio. "Una passeggiata!" ha detto la lepre, con un sorriso. "Mi sembra che si potrebbe utilizzare le gambe per uno scopo migliore."
Questa risposta ha reso il riccio furiosamente arrabbiato, perché può sopportare qualsiasi cosa, ma un attacco sulle gambe, solo perché sono storti dalla natura. Così ora il riccio disse alla lepre, "Sembri immaginare che si può fare di più con le gambe che ho con la mia." - "Questo è proprio quello che penso," ha detto la lepre. "Questo può essere messo alla prova," ha detto il riccio. "Scommetto che se si corre una gara, mi supererà te." - "Questo è ridicolo con le vostre gambe corte!!" ha detto la lepre, "ma per parte mia io sono disposto, se avete una fantasia mostruosa tale per esso. Che cosa dobbiamo scommettere?" - "Un dorato louis-d'or e una bottiglia di brandy," disse il riccio. "Fatto," disse la lepre. "Agitare le mani su di esso, e poi possiamo anche venire fuori in una volta." - "No," disse il riccio, "non c'è tanta fretta sto ancora digiuno, voglio andare a casa prima, e hanno una piccola colazione in mezzo-un-ora sarò di nuovo in questo posto!."
Allora il riccio partì, per la lepre era piuttosto soddisfatto di questo. Sulla sua strada il riccio pensò, "La lepre si basa sulle sue lunghe gambe, ma io escogitare per avere la meglio su di lui. Egli può essere un grande uomo, ma lui è un tipo molto sciocco, e lui deve pagare per quello che ha detto. "Così, quando il riccio arrivò a casa, disse a sua moglie: "Moglie, vestito in fretta te, tu devi uscire in campo con me." - "Quello che sta succedendo, allora?" disse la moglie. "Ho fatto una scommessa con la lepre, per un oro luigi d'oro e una bottiglia di brandy. Devo correre una gara con lui, e tu devono essere presenti." - "Santo cielo, marito," la moglie ora gridò, "non sei tu a destra nella tua mente, hai completamente perso i tuoi ingegno Che cosa possono fare ti vogliono correre una gara con la lepre??" - "Tenere la tua lingua, la donna," disse il riccio, "questo è il mio affare Non cominciare a discutere di cose che sono materia per gli uomini essere OFF, vestire te, e vieni con me..." Cosa potrebbe moglie del riccio fare? è stata costretta a obbedire a lui, se le piacesse o no.
Così, quando erano partiti nel loro cammino insieme, il riccio disse alla moglie: "Ora prestare attenzione a quello che sto per dire. Guarda te, io farò il lungo campo il nostro ippodromo. La lepre decorre in uno solco, e io in un altro, e inizieremo a correre dalla parte superiore. Ora tutto quello che hai da fare è di mettere te qui sotto nel solco, e quando la lepre arriva alla fine del solco, sul lato opposto di te, tu devi gridare a lui, 'io sono già qui!' "
Poi raggiunsero il campo, e il riccio ha mostrato la moglie suo posto, e poi camminato il campo. Quando raggiunse la cima, la lepre era già lì. "Vogliamo cominciare?" ha detto la lepre. "Certo," disse il riccio. "Allora entrambi contemporaneamente." Così dicendo, ognuno si è posto nel suo solco. La lepre contato, "Una volta, due volte, tre volte, e via!" e se ne andò via come un turbine lungo il campo. Il riccio, però, solo corse circa tre passi, e poi si chinò nel solco, e rimase in silenzio dove si trovava. Quando la lepre quindi arrivato in carriera pieno alla fine inferiore del campo, la moglie del riccio lo ha incontrato con il grido: "Io sono già qui!" La lepre è rimasto scioccato e non chiese un po ', pensò non diverso da quello che era il riccio stesso che stava chiamando a lui, per la moglie del riccio sembrava proprio come il marito. La lepre, però, pensò, "Questo non è stato fatto abbastanza," e gridò: "Deve essere eseguito di nuovo, diamo di nuovo." E ancora una volta è andato via come il vento in una tempesta, in modo che gli sembrava di volare. Ma la moglie del riccio rimasto tranquillamente al suo posto. Così, quando la lepre ha raggiunto la parte superiore del campo, il riccio si gridò a lui: "Io sono già qui." La lepre, però, del tutto fuori di sé dalla rabbia, gridò: "Si deve eseguire di nuovo, dobbiamo avere di nuovo." - "Va bene," rispose il riccio, "da parte mia ci lanciamo le volte che si sceglie." Così la lepre correva settantatré volte di più, e il riccio ha tenuto sempre contro di lui, e ogni volta che la lepre raggiungibile sia in alto o in basso, o il riccio o la moglie ha detto: "Io sono già qui."
Al settantiquattresime tempo, però, la lepre non poteva più raggiungere la fine. In mezzo al campo cadde a terra, sangue streaming dalla sua bocca, ed egli giaceva morto sul posto. Ma il riccio ha preso il luigi d'oro che aveva vinto e la bottiglia di brandy, chiamò la moglie fuori dal solco, e sia andato a casa insieme in grande gioia, e se non sono morti, vivono ancora lì.
Ecco come è accaduto che il riccio ha reso le gare disputate lepre con lui nella brughiera Buxtehuder fino alla morte, e da allora nessun lepre ha mai avuto una fantasia per l'esecuzione di gare con un hedgehog Buxtehuder.
La morale di questa storia, però, è, in primo luogo, che nessuno, per quanto grande possa essere, dovrebbe permettersi di scherzare presso uno sotto di lui, anche se egli sia solo un riccio. E, in secondo luogo, essa insegna, che quando un uomo si sposa, deve prendere una moglie nella sua posizione, che sembra proprio come lui stesso sembra. Quindi, chiunque è un riccio fargli fare in modo che sua moglie è anche un riccio, e così via.Questo episodio è offerto da Podbean.com.

La vera sposa

Tuesday Aug 13, 2024

Tuesday Aug 13, 2024

C'era una volta una fanciulla, che era giovane e bella; ma presto le era morta la madre, e la matrigna la tormentava in tutti i modi. Quando le si ordinava un lavoro, per quanto fosse pesante, la ragazza ci si applicava di buona volontà e faceva tutto quel che poteva. Ma pure non riusciva a toccar il cuore di quelli perfida donna, sempre scontenta e incontentabile. Quanto più grande era il suo impegno, tanto più lavoro le veniva imposto: e la matrigna non aveva altro in mente che di addossarle un peso sempre più grave, così da renderle la vita impossibile.
Un giorno le disse: "Qui hai dodici libbre di piume; devi ripulirle e, se non finisci entro stasera, ti aspetta un carico di busse. Credi forse di poter poltrire tutto il giorno?" La povera fanciulla sedette e si mise al lavoro, ma intanto le lacrime le correvan giù per le guance; perché vedeva bene che era impossibile finire in un giorno. Quando aveva dinanzi un mucchietto di piume, e sospirava o si torceva le mani dall'angoscia, le piume si disperdevano ed ella doveva raccoglierle e ricominciar da capo. Finalmente appoggiò i gomiti sulla tavola, e così viso fra le mani gridò: "Non c'è dunque nessuno al mondo, che abbia pietà di me?" Ed ecco, udì una voce soave che diceva: "Consolati, bimba mia, sono venuta ad aiutarti." La fanciulla alzò gli occhi: accanto a lei c'era una vecchia, che la prese amorevolmente per mano e disse: "Confidami la tua angoscia." Parlava così affettuosamente che la fanciulla le narrò la sua triste vita, e che le gettavano addosso un peso dopo l'altro, e che non poteva finire i lavori che le davano. "Se non finisco di pulire queste piume entro stasera, la matrigna mi picchia; me l'ha promesso, e so che tiene la parola." Le sue lacrime ripresero a scorrere, ma la buona vecchia le disse: "Stà tranquilla, bimba mia, riposati; e io intanto farò il tuo lavoro." La fanciulla si sdraiò sul suo letto e non tardò a prender sonno. La vecchia sedette alla tavola davanti alle piume; oh, come si staccano dalle nervature, che essa toccava appena con le sue mani scarne! Le dodici libbre furon presto finite! Quando la fanciulla si svegliò, ecco ammassati dei grandi mucchi bianchi come la neve, e la camera era tutta linda e ordinata; ma la vecchia era scomparsa. La fanciulla ringraziò Dio e restò là tranquilla fino a sera. Allora entrò la matrigna e si meravigliò che avesse finito il lavoro: "Vedi, ragazzaccia," disse, "quel che si può fare, a metterci impegno? Non avresti potuto fare qualcos'altro? Ma tu stai lì seduta con le mani in mano!" Uscendo disse: "Quella creatura la sa lunga, devo darle un lavoro più difficile."
Il mattino dopo, chiamò la fanciulla e le disse: "Qui c'è un cucchiaio; prendilo, e vuota il grande stagno che è accanto al giardino. Se stasera non ne sei venuta a capo, sai quel che succede." La fanciulla prese il cucchiaio e vide che c'era un forel-lino; e se anche non ci fosse stato, non avrebbe mai potuto vuotar lo stagno. Si mise subito al lavoro, s'inginocchiò in riva all'acqua, dove cadevan le sue lacrime, e cominciò il lavoro. Ma comparve di nuovo la buona vecchia, e quando seppe la ragione del suo pianto, le disse: "Sta' tranquilla, bimba mia, và nel boschetto e mettiti a dormire; farò io il tuo lavoro." Quando la vecchia fu sola, bastò che toccasse lo stagno: l'acqua si faceva vapore e saliva su in alto e si mescolava alle nubi. Lo stagno si vuotò a poco a poco; e prima del tramonto, quando la fanciulla si svegliò e andò sulla riva, vide soltanto i pesci dibattersi nella melma. Andò dalla matrigna e le annunziò che il lavoro era compiuto. "Avrebbe dovuto esser finito da un pezzo!," disse quella; e impallidì di stizza, ma meditò qualcosa di nuovo. La terza mattina disse alla fanciulla: "Devi costruirmi un bel castello, là, nella pianura, e dovrà esser pronto per stasera." La fanciulla si spaventò e disse: "Ma come potrei fare un così gran lavoro?" - "Non tollero che mi si contraddica!," gridò la matrigna. "Se puoi vuotare uno stagno con un cucchiaio bucato, puoi anche costruire un castello. Voglio andarci ad abitare oggi stesso; e, se ci manca solo qualche cosa in cucina o in cantina, sai quel che t'aspetta." Cacciò via la fanciulla, che andò nella valle: là c'erano dei massi accatastati gli uni sugli altri; pur mettendoci tutta la sua forza, ella non poteva neanche smuovere i più piccoli. Si mise a sedere e pianse, ma sperava nell'aiuto della buona vecchia. E infatti questa non si fece aspettare; comparve e la confortò: "Sdraiati all'ombra e dormi! intanto il castello lo farò io. Se ti piace, potrai abitarci tu." Quando la fanciulla se ne fu andata, la vecchia toccò i massi grigi. Subito questi si mossero, si congiunsero, ed eccoli ritti come una muraglia costruita dai giganti; poi prese a innalzarsi l'edificio, e parve che innumerevoli mani lavorassero invisibili e mettessero pietra su pietra. Il suolo rimbombava, s'elevavano grandi colonne, ponendosi ordinatamente l'una presso l'altra. Sul tetto si disposero le tegole, e quando fu mezzogiorno la grande banderuola girava già in cima alla torre, come una fanciulla d'oro con un drappo svolazzante. L'interno del castello fu compiuto prima di notte. Come avesse fatto la vecchia non lo so: ma le pareti delle stanze erano tappezzate di seta e di velluto, accanto a tavole di marmo c'eran sedie dai ricami variopinti e poltrone riccamente ornate; lampadari di cristallo pendevano dal soffitto e si specchiavano nel pavimento lucido; in gabbie d'oro erano rinchiusi pappagalli verdi e uccelli rari, che cantavano soavemente: c'era dappertutto tanto sfarzo, che pareva dovesse venirci ad abitare un re. Il sole stava per tramontare, quando la fanciulla si svegliò; e dinanzi a lei sfolgorò lo splendore di mille luci. A passi di corsa arrivò al castello e vi entrò per il portone spalancato. La scalinata era coperta di panno rosso e la balaustra d'oro era adorna di piante in fiore. Quando la fanciulla vide il lusso delle stanze, si fermò come impietrita. E lì sarebbe rimasta chissà quanto, se non si fosse ricordata della matrigna. ' Ah ', pensò, ' se finalmente fosse contenta e non mi tormentasse più! ' Andò e le annunziò che il castello era finito. "Voglio andarci ad abitare subito!," disse la matrigna, e si alzò dalla seggiola. Quando entrò nel castello. dovette proteggersi gli occhi con la mano, tanto quello splendore l'abbagliava. "Vedi," disse alla fanciulla, "che cosa da nulla è st ata! Avrei dovuto darti un compito più difficile." Attraversò tutte le stanze, e dappertutto andò a cacciare il naso, se mai mancasse qualcosa o ci fosse qualche difetto, ma non riuscì a scoprir nulla. "Adesso scendiamo!," disse, e guardò la fanciulla con occhi maligni. "Devo ancor visitar la cucina e la cantina, e se hai dimenticato qualcosa, non potrai sfuggire al tuo castigo." Ma il fuoco ardeva sul focolare, nelle pentole cuocevan le vivande, e là appoggiato c'eran le molle e la paletta, e alle pareti brillava il vasellame d'ottone. Non mancava nulla, neppure la cassetta del carbone e la secchia per l'acqua. "Dov'è che si scende in cantina?, gridò la matrigna: "Se non è ben fornita di botti piene di vino, guai a te!" Sollevò lei stessa la ribalta e scese la scala; ma aveva appena fatto due passi che il pesante sportello, malamente appoggiato, ricadde. La fanciulla udì un grido, aprì in fretta la botola per venirle in aiuto, ma la matrigna era precipitata, ed ella la trovò che giaceva morta al suolo.
Ora lo splendido castello apparteneva soltanto alla fanciulla. Nei primi tempi, ella non sapeva abituarsi alla sua fortuna: belle vesti erano appese negli armadi, i forzieri erano pieni d'oro e d'argento o di perle e di pietre preziose, e per lei non c'era desiderio che non potesse soddisfare. Ben presto si sparse per tutto il mondo la fama della sua bellezza e della sua ricchezza: pretendenti ne venivan tutti i giorni, ma nessuno le piaceva. Alla fine si presentò anche il figlio di un re, che seppe toccarle il cuore, e si fidanzarono. Nel giardino del castello c'era un verde tiglio; e un giorno, che sedevano là sotto, e parlavano fra loro in confidenza, egli le disse: "Voglio andar a casa, a chiedere il consenso di mio padre per le nostre nozze; ti prego, aspettami qui, sotto questo tiglio: fra poche ore sarò di ritorno." La fanciulla lo baciò sulla guancia sinistra e disse: "Restami fedele, e non lasciarti baciare da nessun'altra su questa guancia. Qui, sotto il tiglio, aspetterò il tuo ritorno." E sotto il tiglio restò seduta fino al tramonto ma egli non tornò. Là stette per tre giorni ad aspettarlo, dal mattino fino a sera, ma invano. Il quarto giorno, poiché non era ancora tornato, ella disse: "Certo gli è successo una disgrazia, andrò a cercarlo e non tornerò prima di averlo trovato." Fece un involto di tre dei suoi più bei vestiti, uno trapunto di stelle scintillanti, l'altro di lune d'argento, il terzo di soli d'oro; legò nel fazzoletto una manciata di pietre preziose e si mise in cammino. Domandava dappertutto del suo sposo, ma nessuno l'aveva visto, nessuno ne sapeva nulla. Girò il mondo per lungo e per largo, ma non lo trovò. Alla fine andò a far la pastora da un contadino e seppellì i suoi vestiti e le gemme sotto una pietra. E così viveva da pastora, custodiva il gregge ed era triste e si struggeva di rimpianto per il suo diletto. Aveva un vitellino; l'addomesticò gli dava da mangiare nella sua mano e gli diceva:
"Vitellino vitellino, in ginocchio posa,non scordare la tua pastoracome il principe scordò la sposache sotto il tiglioattendeva allora."
Il vitellino s'inginocchiava ed ella lo accarezzava. Aveva passato un paio d'anni afflitta e sola, quando per il paese si sparse la voce che la figlia del re stava per sposarsi. La strada della città costeggiava il villaggio dove abitava la fanciulla, e avvenne che lo sposo passò di là mentre ella menava al pascolo il suo gregge. Egli passò alteramente sul suo cavallo e non la guardò, ma fu lei a guardarlo e riconobbe il suo diletto. Fu come se un coltello tagliente le trafiggesse il cuore. "Ah," disse, "credevo che mi fosse rimasto fedele e invece mi ha dimenticata!" Il giorno dopo egli tornò a passare. Quando le fu accanto, ella disse al suo vitellino:
"Vitellino vitellino, in ginocchio posa,non scordare la tua pastoracome il principe scordò la sposache sotto il tiglioattendeva allora."
Udendo quella voce, egli abbassò gli occhi e arrestò il cavallo. Guardò in viso la pastora e con la mano si coperse gli occhi come se volesse ricordare qualcosa; ma poi proseguì in fretta e non tardò a scomparire. "Ah!," diss'ella, "non mi conosce più!" e il suo dolore era sempre più grande. Poco dopo alla corte del re si doveva celebrare una gran festa che sarebbe durata tre giorni e fu invitato tutto il paese. "Voglio far l'ultima prova!," pensò la fanciulla, e quando venne la sera andò fino alla pietra sotto cui aveva seppellito i suoi tesori. Ne tolse l'abito coi soli d'oro, l'indossò e si adornò con le gemme. Sciolse i capelli, che teneva nascosti sotto un fazzoletto, e le ricaddero in lunghi riccioli sulle spalle. Così s'incamminò verso la città e nel buio nessuno la scorse. Quando entrò nella sala splendidamente illuminata, tutti le cedevano il passo stupefatti, ma nessuno sapeva chi ella fosse. Il principe le andò incontro, ma non la riconobbe. La invitò a ballare e, rapito dalla sua bellezza, non pensava più affatto all'altra sposa. Quando la festa ebbe fine, ella scomparve tra la folla e prima dell'alba tornò in fretta al villaggio, dove indossò di nuovo la sua veste di pastora. La sera dopo prese l'abito con le lune d'argento, e si mise nei capelli una mezzaluna di pietre preziose. Quando comparve alla festa, tutti gli occhi si volsero a lei, ma il principe le corse incontro e, ardente d'amore, ballò soltanto con lei e non guardò più nessun'altra. Prima di andar via, ella dovette promettergli di tornare alla festa per l'ultima sera. Quando apparve la terza volta, aveva l'abito di stelle che sfavillava a ogni passo, e il nastro dei capelli e la cintura erano stelle di pietre preziose. Il principe l'aspettava già da un pezzo e tra la folla si aprì un varco fino a lei. "Dimmi dunque chi sei!," le disse, "mi pare di averti conosciuta già da molto tempo." - "Non ti ricordi," rispose la fanciulla, "quel che ho fatto quando mi lasciasti?" Gli s'accostò e lo baciò sulla guancia sinistra: e subito fu come se gli cadesse una benda dagli occhi ed egli riconobbe la vera sposa. "Vieni!," le disse, "qui non voglio più restare." Le porse la mano e l'accompagnò alla carrozza. Veloci come il vento, ì cavalli corsero al castello meraviglioso. Già da lontano brillavano le finestre illuminate. Quando passarono davanti al tiglio, là sotto vagavano innumerevoli lucciole, e l'albero scosse i rami e mandò il suo profumo. Sulla scala sbocciavano i fiori, dalla stanza veniva il canto degli uccelli rari; ma nella sala era riunita tutta la corte e il prete aspettava di unire in matrimonio il principe e la sua vera sposa.Questo episodio è offerto da Podbean.com.

Il povero ragazzo nella fossa

Tuesday Aug 13, 2024

Tuesday Aug 13, 2024

C'era una volta un povero pastore-ragazzo il cui padre e la madre erano morti, e fu posto dalle autorità nella casa di un uomo ricco, che doveva dargli da mangiare e portarlo in su. L'uomo e sua moglie, aveva però, cattive cuori, ed erano avidi e in ansia per le loro ricchezze, e irritati quando uno qualsiasi mise un pezzetto del loro pane in bocca. Il giovanotto povero potrebbe fare ciò che gli piaceva, ha avuto poco da mangiare, ma solo tanti colpi più.
Un giorno ha dovuto guardare una gallina e suoi pulcini, ma correva attraverso una siepe rapida-set con loro, e un falco si precipitò giù immediatamente, e la portò via attraverso l'aria. Il ragazzo di nome, "Ladro! Ladro! Rascal!" con tutta la forza del suo corpo. Ma a cosa ha fatto che fare? Il falco non ha portato di nuovo la sua preda. L'uomo sentì il rumore, e corse sul posto, e non appena vide che la sua gallina era andato, è caduto in preda alla rabbia, e diede al ragazzo un tale pestaggio che non poteva muoversi per due giorni. Poi ha dovuto occuparsi dei polli, senza la gallina, ma ora la sua difficoltà era maggiore, per uno corse qui e l'altro là. Pensò che stava facendo una cosa molto saggia quando li ha tutti legati insieme con una corda, perché allora il falco non sarebbe in grado di rubare qualcuno di loro lontano da lui. Ma era molto sbagliato. Dopo due giorni, logorato con l'esecuzione su e la fame, si addormentò; l'uccello da preda è venuto, e afferrò uno dei polli, e come gli altri erano legati veloce ad esso, li portò via tutti insieme, si appollaiato su un albero, e li divorò. Il contadino stava tornando a casa, e quando vide la sfortuna, si è arrabbiato e battere il ragazzo così senza pietà che fu costretto a stare a letto per diversi giorni.
Quando era sulle gambe ancora una volta, il contadino gli disse: "Tu sei troppo stupido per me, non posso fare un mandriano di te, tu devi andare come garzone." Poi lo mandò al giudice, al quale è stato quello di portare un cesto di uva, e gli diede una lettera pure. Sulla strada fame e la sete tormentato il ragazzo infelice con tale violenza che ha mangiato due dei grappoli d'uva. Ha preso il cesto al giudice, ma quando il giudice aveva letto la lettera, e contò i grappoli, disse, "Due cluster mancano." Il ragazzo ha confessato in tutta onestà che, spinti dalla fame e dalla sete, aveva divorato i due che mancavano. Il giudice ha scritto una lettera al contadino, e ha chiesto per lo stesso numero di uve di nuovo. Questi anche il ragazzo ha dovuto prendere a lui con una lettera. Mentre ancora era così estremamente fame e sete, non poteva farne a meno, e di nuovo mangiato due grappoli. Ma prima ha preso la lettera fuori del paniere, metterlo sotto una pietra e si sedette di esso in modo che la lettera potrebbe non vedere e tradirlo. Il giudice, tuttavia, ancora una volta gli fece dare una spiegazione circa i grappoli mancanti.
"Ah," disse il ragazzo, "come hai imparato che?" La lettera non poteva saperlo, perché l'ho messo sotto una pietra, prima l'ho fatto. "Il giudice non poteva fare ridere la semplicità del ragazzo, e ha inviato l'uomo una lettera in cui lo ha ammonito a tenere meglio il povero ragazzo, e Non lasciare che lo voleva per la carne e bere, e anche che era di insegnargli ciò che era giusto e cosa era sbagliato.
"Io presto ti mostrerò la differenza," ha detto l'uomo duro, "se tu mangi, tu deve lavorare, e se tu fai qualcosa di sbagliato, sarai abbastanza sufficientemente insegnato dai colpi."
Il giorno dopo lo mise un compito difficile. Doveva tagliare due fasci di paglia per il cibo per i cavalli, e poi l'uomo ha minacciato: "In cinque ore," disse, "Io sarò di nuovo, e se la paglia non è tagliato a pula da quel momento, ho di battere te fino a quando tu non puoi muovere un arto." Il contadino è andato con la moglie, il servo e la ragazza, per l'annuale fiera, e lasciato nulla dietro per il ragazzo, ma un piccolo pezzo di pane. Il ragazzo si sedette sulla panchina, e cominciò a lavorare con tutte le sue forze. Mentre faceva caldo su di esso ha messo il suo piccolo cappotto e lo gettò sulla paglia. Nel suo terrore per paura che non dovrebbe avere fatto in tempo ha mantenuto costantemente il taglio, e nella fretta, senza accorgersene, ha tagliato il suo piccolo cappotto così come la paglia. Divenne consapevole della sventura troppo tardi; non c'era ripararlo. "Ah," esclamò lui, "ora tutto è finito con me L'empio non mi ha minacciato per niente!; Se torna e vede quello che ho fatto, egli mi ucciderà Piuttosto che prenderà la mia vita."
Il ragazzo una volta aveva sentito la moglie del contadino dire, "Ho un vaso con veleno in esso sotto il mio letto." Lei, però, aveva solo detto che per tenere lontano le persone avide, perché c'era miele in esso. Il ragazzo strisciò sotto il letto, tirò fuori la pentola, e mangiò tutto ciò che era in essa. "Non lo so," disse lui, "la gente dice la morte è amara, ma ha un sapore molto dolce con me. Non c'è da meravigliarsi che la moglie del contadino ha così spesso desiderato la morte." Si sedette in una poltroncina, ed era preparato a morire. Ma invece di diventare più debole si sentì rafforzato dal cibo nutriente. "Non può essere stato il veleno," pensò, "ma il contadino disse una volta c'era una piccola bottiglia di veleno per mosche nella scatola in cui tiene i suoi vestiti, che, senza dubbio, sarà il vero veleno, e portare alla morte a me." E 'stato, tuttavia, nessun veleno per le mosche, ma il vino ungherese. Il ragazzo tirò fuori la bottiglia, e vuotò. "Questa morte ha un sapore dolce troppo," disse, ma poco dopo quando il vino ha cominciato a montare nel suo cervello e stupire lui, pensava che la sua fine si avvicinava. "Sento che devo morire," disse, "Voglio andare via al cimitero, e cercare una tomba." Barcollò fuori, ha raggiunto il sagrato, e si pose in una tomba scavata di recente. Ha perso i suoi sensi sempre di più. Nel quartiere era una locanda dove un matrimonio era tenuto; quando ha sentito la musica, gli parve che era già in Paradiso, fino a quando finalmente ha perso ogni coscienza. Il povero ragazzo non si svegliò di nuovo; il calore del vino forte e il freddo notturno rugiada lo hanno privato della vita, ed egli rimase nella tomba in cui si era stabilito.
Quando l'agricoltore sentito la notizia della morte del ragazzo era terrorizzato, e la paura di essere portati davanti alla giustizia anzi, la sua angoscia ha preso una tale potente presa di lui che cadde a terra svenuto. Sua moglie, che stava in piedi sul focolare con una padella di olio bollente, corse da lui per aiutarlo. Ma le fiamme guizzavano contro la padella, tutta la casa ha preso fuoco, in poche ore si trovava in ceneri, e il resto degli anni che hanno dovuto vivere passarono in povertà e miseria, tormentato dai rimorsi di coscienza.Questo episodio è offerto da Podbean.com.

Il chiodo

Tuesday Aug 13, 2024

Tuesday Aug 13, 2024

Un mercante aveva fatto buoni affari alla fiera: aveva venduto tutta la sua mercanzia e la sua borsa era piena di monete d'oro e d'argento. Siccome voleva mettersi in viaggio in modo da arrivare a casa prima che fosse notte, chiuse il denaro nella valigia, la caricò dietro la sella e montò a cavallo. A mezzogiorno si fermò in una città e, al momento di ripartire, lo stalliere gli disse:
"Signore, al suo cavallo manca un chiodo nel ferro posteriore sinistro."
"Beh," rispose il mercante, "il ferro terrà per le sei leghe che mi restano da fare. Sono di fretta."
Nel pomeriggio smontò per far mangiare un po' di pane al suo cavallo. Lo stalliere gli disse:
"Signore, il suo cavallo ha la zampa posteriore sinistra senza ferro. Dovrebbe portarlo dal fabbro."
"No, per le due leghe che mi rimangono da fare, il cavallo potrà camminare così com'è" rispose il mercante. "Sono di fretta."
Subito rimontò e partì. Ma poco dopo il cavallo cominciò a zoppicare, poi a inciampare e non passò molto tempo che cadde e si ruppe una zampa. Il mercante fu costretto a lasciare là la bestia, togliere la valigia, caricarsela in spalla e dirigersi a piedi verso casa, dove arrivò a notte fonda.
"Tutta colpa di quel maledetto chiodo," disse far sé e sé. "È la causa di tutti i mali." Quando hai fretta, fai con calma!Questo episodio è offerto da Podbean.com.

Il gigante e il sarto

Tuesday Aug 13, 2024

Tuesday Aug 13, 2024

Un certo sarto che era grande a vanto ma malato a fare, si mise in testa di andare all'estero per un po ', e guardare il mondo. Appena poteva gestirlo, ha lasciato la sua bottega, e vagò per la sua strada, per monti e valli, a volte qua, a volte là, ma sempre su e su. Una volta, quando lui era fuori ha percepito in lontananza blu una ripida collina, e dietro di essa una torre di raggiungere le nuvole, che passano da fuori di una foresta oscura selvaggia. "Tuoni e fulmini," gridò il sarto, "che cosa è questo?" e come gli era stato fortemente pungolato dalla curiosità, si recò arditamente verso di essa. Ma ciò che ha reso il sarto aprì gli occhi e la bocca quando è venuto vicino, era di vedere che la torre aveva le gambe, e saltò in un balzo sopra la ripida collina, e ora stava in piedi come un onnipotente gigante davanti a lui. "Che fai qui vogliono, tu gamba minuscola mosca?" gridò il gigante, con una voce come se fosse tuonava da ogni parte. Il sarto piagnucolò, "Voglio solo guardare su e vedere se riesco a guadagnare un po 'di pane per me, in questa foresta." Se questo è ciò che tu sei dopo, "disse il gigante," tu puoi avere un posto con me." - "Se deve essere, perché no? Che i salari devo ricevere?" - "Tu devi sentire quello che i salari tu avrai. Ogni anno 365 giorni, e quando è bisestile, un altro per giunta? Ritiene quel vestito ti" - "Va bene, "rispose il sarto, e pensò, nella sua mente," un uomo deve tagliare il cappotto secondo la sua stoffa; Cercherò di scappare il più velocemente che posso "Su questo il gigante gli disse:" Va ', poco ragamuffin, e portami una brocca d'acqua." - "Se avessi non meglio portare il bene in sé in una sola volta, e la molla troppo? "chiese il fanfarone, e se ne andò con la brocca per l'acqua." Cosa! il bene e la molla troppo, "ringhiò il gigante nella sua barba, perché era piuttosto clownesca e stupido, e cominciarono ad avere paura." Questo furfante non è uno sciocco, ha un mago nel suo corpo. Essere sulla tua guardia, vecchio Hans, questo non è un servizio-uomo per te."
Quando il sarto aveva portato l'acqua, il gigante gli ordinò di andare nel bosco, e tagliare un paio di blocchi di legno e riportarli. "Perché non tutta la foresta, in una sola volta, con un solo colpo. L'intera foresta, giovani e vecchi, con tutto ciò che c'è, sia ruvido e liscio?" domandò il piccolo sarto, e andò a tagliare il legno. "Che! Tutta la foresta, giovani e vecchi, con tutto ciò che c'è, sia ruvido e liscio, e il pozzo e la sua molla troppo," ringhiò il gigante creduloni nella sua barba, ed era ancora più terrorizzata. "Il fante può fare molto di più che cuocere le mele, e dispone di un mago nel suo corpo. Essere sulla tua guardia, vecchio Hans, questo non è un servizio-uomo per te!" Quando il sarto aveva portato la legna, il gigante gli ordinò di sparare due o tre cinghiali per la cena. "Perché non piuttosto un migliaio in un solo colpo, e li portano qui?" domandò il sarto ostentata. "Cosa!" gridò il gigante timida in grande terrore; "Lasciate bene da solo questa notte, e sdraiarsi a riposare."
Il gigante era così terribilmente allarmato che non riusciva a chiudere occhio per tutta la notte per pensare quale sarebbe il modo migliore per sbarazzarsi di questo stregone maledetto di un servo. Il tempo porta consiglio. La mattina dopo il gigante e il sarto è andato a una palude, intorno al quale si trovava un certo numero di salici. Allora disse il gigante, "Sentite te, sarto, siediti su uno dei rami di salice-, ho a lungo di tutte le cose, per vedere se sei abbastanza grande per piegarlo verso il basso." Tutt'a un tratto il sarto era seduto su di esso, trattenendo il respiro, e facendosi così pesante che il ramo si chinò. Quando, però, fu costretto a tirare il fiato, ma lui si affrettò (purtroppo per lui non aveva messo il suo goose in tasca) così in alto in aria che non ha mai fu visto di nuovo, e questo per la gioia del gigante. Se il sarto non è caduto di nuovo, egli deve essere in bilico su nell'aria.Questo episodio è offerto da Podbean.com.

I doni del popolo piccino

Tuesday Aug 13, 2024

Tuesday Aug 13, 2024

Un sarto e un orafo viaggiavano insieme, e una sera, quando il sole era sprofondato dietro le montagne, hanno sentito il suono di una musica lontana, che divenne sempre più distinta. Sembrava strano, ma così piacevole che hanno dimenticato tutte le loro fatiche e intensificare rapidamente in avanti. La luna era già sorta quando hanno raggiunto una collina sulla quale videro una folla di piccoli uomini e donne, che avevano preso per mano, ed erano vorticoso giro nella danza con il più grande piacere e diletto.
Hanno cantato ad esso più affascinante, e che era la musica che i viaggiatori avevano udito. In mezzo a loro sedeva un vecchio che era piuttosto alto rispetto al resto. Indossava un cappotto parti-coloured2, e la sua barba grigio-ferro pendeva sul petto. I due rimasero in piedi pieni di stupore, e guardato la danza. Il vecchio fece un segno che dovrebbero entrare, e le piccole persone apre volentieri la loro cerchia. L'orefice, che aveva una gobba, e come tutti i gobbi erano abbastanza coraggiosi, intervenuta; il sarto si sentì un po 'paura in un primo momento, e ha tenuto indietro, ma quando vide come allegramente tutto stava andando, egli si fece coraggio, e la seguì. Il cerchio si chiude di nuovo direttamente, e le piccole gente continuò a cantare e ballare con i salti più selvaggi.
Il vecchio, però, ha preso un grosso coltello che pendeva alla cintola, stuzzicato, e quando è stato sufficientemente affilata, si guardò intorno ai forestieri. Erano terrorizzati, ma non avuto molto tempo per la riflessione, per il vecchio afferrò l'orafo e con la massima velocità, rasato i capelli della sua testa di netto, e poi la stessa cosa è successa al sarto. Ma la loro paura li lasciò quando, dopo aver terminato il suo lavoro, il vecchio entrambi una pacca sulla spalla in modo amichevole, come per dire, si erano comportati bene a lasciare tutto ciò che può fare per loro volentieri, e senza ogni lotta. Indicò con il dito ad un cumulo di carboni che si trovava da un lato, e significato ai viaggiatori dai suoi gesti che erano a riempirsi le tasche con loro. Entrambi obbedito, anche se non sapevano di che cosa utilizzare i carboni sarebbe per loro, e poi sono andati sul loro modo di cercare un riparo per la notte. Quando ebbero preso nella valle, l'orologio del vicino monastero ha colpito dodici, e il canto cessò. In un attimo tutto era svanito, e la collina laici in solitudine al chiaro di luna.
I due viaggiatori trovarono una locanda, e si coprirono sui loro paglia-letti con i loro cappotti, ma nella loro stanchezza dimenticato di prendere le braci fuori di essi prima di farlo. Un peso pesante sulle loro membra risvegliato li prima del solito. Si sono sentiti nelle tasche, e non potevano credere ai loro occhi quando hanno visto che non erano pieni di carboni, ma con oro puro; felicemente, anche i capelli della loro testa e la barba era ancora lì spessa come sempre.
Erano ormai le persone ricche, ma l'orafo, il quale, secondo la sua disposizione avida, aveva riempito le tasche meglio, era di nuovo ricco come il sarto. Un uomo avido, anche se ha molto, vuole ancora avere di più, quindi l'orafo ha proposto al sarto che dovrebbero aspettare un altro giorno, e uscire di nuovo la sera, al fine di riportare ancora più grandi tesori del vecchio uomo la collina. Il sarto si rifiutò, e disse: "Ne ho abbastanza e sono contento, ora sarò un maestro, e sposare mio caro oggetto (per così ha chiamato la sua fidanzata), e io sono un uomo felice." Ma rimase un altro giorno per compiacerlo. In serata l'orafo appeso un paio di sacchi sulle spalle che potrebbe essere in grado di riporre una grande quantità, e prese la strada per la collina. Ha trovato, come la notte prima, i piccoli popoli a loro canti e balli, e il vecchio di nuovo rasato lui pulito, e gli fece segno di prendere un po 'di carbone via con lui. Non era lento circa attaccare tanto nelle sue borse come sarebbe andato, tornò tutto contento, e si coprì con il suo mantello sopra. "Anche se l'oro non pesa molto," disse, "Sarò lieto di sopportare che," e alla fine si addormentò con la dolce anticipazione del risveglio al mattino un uomo enormemente ricco.
Quando aprì gli occhi, si alzò in fretta per esaminare le sue tasche, ma come stupito era quando ha fatto niente di loro, ma carboni neri, e che in qualunque modo spesso ha messo le mani in loro. "L'oro ho avuto la sera prima è ancora lì per me," pensò lui, e andò e lo portò fuori, ma come lui era scioccato quando ha visto che pure aveva nuovamente trasformato in carbone. Egli colpì la fronte con la mano nera polverosa, e poi sentì che tutta la sua testa era calva e liscia, come lo era anche il luogo dove la barba avrebbe dovuto essere. Ma le sue disgrazie non erano ancora finiti; ha ora osservato per la prima volta che oltre alla gobba sulla schiena, un secondo, altrettanto grande, cresciuto davanti sul petto. Poi riconobbe la punizione della sua avidità, e si mise a piangere ad alta voce. Il buon sarto, che è stato svegliato da questo, confortato l'infelice compagno così come poteva, e disse: "Tu sei stato il mio compagno nel mio tempo di percorrenza;. Farai stare con me e condividere la mia ricchezza" Ha mantenuto la sua parola, ma il povero orefice fu costretto a portare i due gobbe finché visse, e per coprire la testa calva con un tappo.Questo episodio è offerto da Podbean.com.

L’ondina della pescaia

Tuesday Aug 13, 2024

Tuesday Aug 13, 2024

C'era una volta un mugnaio, che viveva felice con sua moglie. Avevano denaro e beni e la loro agiatezza aumentava di anno in anno. Ma la sventura vien di notte: la loro ricchezza, com'era cresciuta, così tornò a svanire di anno in anno e alla fine il mugnaio poteva ancora dir suo soltanto il mulino dove abitava. Egli si struggeva nell'affanno, e quando si coricava dopo il lavoro giornaliero non trovava riposo, ma si rivoltava per il letto pieno d'angoscia.
Una mattina s'alzò prima dell'alba, uscì all'aperto e pensava che così gli si sarebbe alleggerito il cuore. Mentre passeggiava sulla diga del mulino, spuntò il primo raggio di sole, ed egli udì un fruscio nella pescaia. Si volse, e scorse una giovane donna, che emergeva lentamente dall'acqua. I suoi lunghi capelli, ch'ella teneva riuniti con le mani delicate sopra le spalle, le ricadevano morbidi e le ricoprivano il suo corpo bianco. Egli vide che era l'ondina della pescaia, e per la paura non sapeva se dovesse andarsene o restare. Ma l'ondina fece udir la sua voce soave, lo chiamò per nome e gli domandò perché fosse così triste. Dapprima il mugnaio ammutoli, ma quando la sentì parlare così gentilmente si fece coraggio e le raccontò che un tempo era stato ricco e felice, ma adesso era così povero che non sapeva piu come fare. "Tranquillizzati," rispose l'ondina, "ti farò ricco e felice come non sei mai stato; devi soltanto promettermi che mi darai quel che è appena nato in casa tua." - "Che mai può essere," pensò il mugnaio, "se non un cagnolino o un gattino?" e le promise quel che voleva. L'ondina s'immerse di nuovo nell'acqua ed egli tornò in fretta al suo mulino, consolato e di buon umore. Non era ancora arrivato, che dalla porta di casa uscì la serva e gli gridò di rallegrarsi, che sua moglie aveva partorito un maschietto. Il mugnaio si fermò come colpito dal fulmine; vedeva bene che la perfida ondina lo sapeva e l'aveva ingannato. S'accostò al letto di sua moglie a capo basso, e quand'ella gli domandò: "Perché non ti rallegri di questo bel maschietto?," le raccontò quel che gli era accaduto e la promessa fatta all'ondina. "A che ci servono fortuna e ricchezza," soggiunse, "se devo perdere il mio bambino? Ma che posso fare?" Anche i parenti, che erano venuti a congratularsi, non trovarono rimedio.
Intanto nella casa del mugnaio tornò la fortuna. Egli riusciva in ogni sua impresa; pareva che casse e armadi si riempissero da sé e che di notte aumentasse il denaro nella cassa. Non andò molto che la sua ricchezza fu più grande di prima. Ma egli non poteva goderne tranquillamente, lo tormentava la promessa fatta all'ondina. Ogniqualvolta passava accanto alla pescaia, temeva che ella venisse a galla e gli ricordasse il suo debito; e non lasciava neppure che il fanciullo vi si avvicinasse. "Sta in guardia!," gli diceva, "se tocchi l'acqua, vien fuori una mano che ti afferra e ti tira giù." Ma gli anni passavano l'uno dopo l'altro, e, siccome l'ondina non si faceva vedere, il mugnaio cominciò a tranquillarsi e a dimenticare.
Il fanciullo diventò un giovanotto e andò a imparar il mestiere da un cacciatore. Quando ebbe imparato tutto, ed era diventato un eccellente cacciatore, il signore del villaggio lo prese al suo servizio. Nel villaggio viveva un bellissimo e vero cuore fanciulla, che piacque il cacciatore, e quando il suo padrone si accorse che, gli diede un po 'di casa, i due si sono sposati, vivevano pacificamente e felicemente, e si amavano con tutto il cuore.
Un giorno il cacciatore stava inseguendo un capriolo; e quando l'animale deviò dalla foresta in aperta campagna, ha perseguito e finalmente girato. Egli non si accorse che era ormai in prossimità del pericoloso mulino-stagno, e se ne andò, dopo aver sventrato il cervo, per l'acqua, per lavarsi le mani macchiate di sangue. Appena, però, era li immerse nel rispetto nixe asceso, sorridendo avvolto le braccia gocciolanti intorno a lui, e lo trasse rapidamente sotto le onde, che ha chiuso su di lui. Quando fu sera, e il cacciatore non ha fatto ritorno a casa, la moglie si allarmò. Uscì a cercarlo, e spesso come le aveva detto che doveva stare in guardia contro le insidie del nixe, e non osava avventurarsi in prossimità del mulino-stagno, lei già sospettava quello che era successo. Si affrettò verso l'acqua, e quando ha trovato la sua caccia-sacca situata sulla riva, non poteva più avere alcun dubbio della disgrazia. Lamentando il suo dolore, e torcendosi le mani, chiamò il suo amato per nome, ma invano. Si affrettò verso l'altro lato dello stagno, e lo chiamò di nuovo; ha insultato il nixe con parole dure, ma nessuna risposta seguì. La superficie dell'acqua è rimasto calmo, solo la luna crescente fissò stabilmente a sua volta. La povera donna non ha lasciato lo stagno. Con passi affrettati, lei camminava in tondo, senza un momento di riposo, a volte in silenzio, a volte emettendo un forte grido, a volte dolcemente singhiozzando. Alla fine la sua forza si è conclusa, si lasciò cadere a terra e cadde in un sonno pesante.
Attualmente un sogno ha preso possesso del suo. Era ansiosa salendo verso l'alto tra le grandi masse di roccia; spine e rovi catturato suoi piedi, la pioggia batteva in faccia, e il vento gettato i suoi lunghi capelli circa. Quando aveva raggiunto la cima, uno spettacolo diverso si presentò a lei; il cielo era azzurro, il morbido aria, il terreno scendeva dolcemente verso il basso, e su un prato verde, gay con fiori di ogni colore, c'era un grazioso cottage. Andò fino ad esso e aprì la porta; vi sedeva una vecchia donna con i capelli bianchi, che fece un cenno a lei gentilmente.
In quel momento, la povera donna si svegliò, il giorno era già spuntato, e lei immediatamente deciso di agire in conformità con il suo sogno. Lei faticosamente scalato la montagna; tutto era esattamente come l'aveva visto nella notte. La vecchia l'accolse gentilmente, e indicò una sedia su cui lei potrebbe sedersi. "Tu deve aver incontrato una disgrazia," disse, "dal momento che tu hai cercato la mia casetta solitaria." Con le lacrime, la donna legata ciò che le era accaduto. "Essere consolata," disse la vecchia, "Io ti aiuterò. Ecco un pettine d'oro per te. Rimanga finché la luna piena è aumentato, quindi andare al mulino-stagno, siediti sulla riva, e il pettine lungo il tuo capelli neri con il pettine. Quando tu hai fatto, depongo sulla riva, e vedrai cosa succederà. "La donna tornò a casa, ma il tempo fino alla luna piena è venuto, passò lentamente. Finalmente il disco splendente apparve nei cieli, poi andò verso il mulino-stagno, si sedette e pettinava i lunghi capelli neri con il pettine d'oro, e quando ebbe finito, lei emanata al bordo dell'acqua. Non passò molto tempo prima che ci fosse un movimento in profondità, un'onda rosa, rotolò verso la riva, e portava il pettine franca. Nel non superiore al tempo necessario per il pettine per depositano sul fondo, la superficie dell'acqua divise, e la testa del cacciatore sorto. Non parlava, ma guardò la moglie con sguardi dolorosi. Nello stesso momento, di nuovo un'altra onda s'avvicinò e coprì la testa dell'uomo. Tutto era scomparso, la pescaia era tranquilla come prima e vi brillava soltanto il disco della luna piena. La donna tornò indietro sconsolata, ma il sogno le aveva mostrato la capanna della vecchia. La mattina dopo si mise di nuovo in cammino e con la vecchia pianse il suo dolore. Questa le diede un flauto d'oro e le disse: "Aspetta che torni la luna piena, poi prendi questo flauto, siediti sulla riva, suona una bella canzone e quando hai finito mettilo sulla sabbia: vedrai quel che succede." La donna fece quel che la vecchia le aveva detto. Appena il flauto fu sulla sabbia, salì un fremito dal profondo; un'onda si alzo, s'avvicinò e trascinò il flauto con sé. Poco dopo l'acqua si aprì ed emerse, non soltanto la testa, ma anche il torso dell'uomo. Pieno di desiderio, egli stese le braccia alla donna, ma di nuovo un'onda s'avvicinò rumoreggiando, lo ricoperse e lo tirò giù. "Ah," disse la sfortunata, "che mi serve vedere il mio diletto, se poi lo perdo ancora?" L'angoscia riempì di nuovo il suo cuore, ma il sogno la condusse per la terza volta alla casa della vecchia. Ella si mise in cammino, e la maga le diede una ruota per filare l'oro, la consolò e disse: "Non è ancora finita: aspetta che venga la luna piena, poi prendi il filatoio, siediti sulla riva e riempi il rocchetto; quando hai finito, metti la ruota vicino all'acqua, e vedrai quel che succede." La donna eseguì tutto come le era stato detto. Appena comparve la luna piena, portò il filato d'oro sulla riva e filò e filò fin che ebbe finito il lino e colmato il rocchetto di filo. Ma appena il filatoio fu sulla riva, salì dal profondo un fremito anche più forte, venne un'onda rapida e possente, portò via con sé il filatoio. Subito, in uno zampillo, emerse la testa e tutto il corpo dell'uomo. Egli balzò sulla sponda, prese sua moglie per mano e fuggì. Ma si erano di poco allontanati, che tutta la pescaia si sollevò con un tremendo scroscio e si rovesciò impetuosamente sull'aperta campagna. I fuggiaschi avevano già la morte dinanzi, quando la donna, atterrita, invocò l'aiuto della vecchia; e all'istante essi furono trasformati, la donna in rospo, l'uomo in ranocchio. La corrente che li aveva raggiunti non potè ucciderli, ma li strappò l'un l'altro e li portò via lontano.
Quando l'acqua si ritirò ed entrambi si trovarono di nuovo all'asciutto, ripresero la loro figura umana. Ma nessuno dei due sapeva dove fosse l'altro: si trovavano fra gente estranea, che non conosceva la loro patria. Alti monti e valli profonde li separavano. Per guadagnarsi la vita, dovettero entrambi custodire le pecore. Per lunghi anni portarono i loro greggi per campi e boschi ed eran pieni di tristezza e di nostalgia. Una volta, che dalla terra era di nuovo sbocciata la primavera, uscirono entrambi coi loro greggi, e il caso volle che s'incontrassero. Egli vide un gregge su un lontano pendio e spinse le sue pecore da quella parte. Insieme giunsero in una valle, ma non si riconobbero; però si rallegrarono di non esser più così soli. Da allora in poi ogni giorno condussero al pascolo i loro greggi l'uno accanto all'altro: non parlavano molto, ma si sentivano consolati. Una sera che la luna piena splendeva nel cielo, e già il gregge dormiva, il pastore trasse di tasca il flauto e sonò una canzone bella, ma triste. Quand'ebbe finito, s'accorse che la pastora piangeva amaramente. "Perché piangi?," le domandò. "Ah," rispose lei, "così splendeva la luna piena, quando per l'ultima volta suonai questa canzone sul flauto, e la testa del mio diletto venne fuori dell'acqua." Egli la guardò e fu come se gli cadesse una benda dagli occhi: riconobbe la sua cara moglie. E anch'ella lo guardò, mentre la luna gli batteva in viso, e lo riconobbe. Si abbracciarono e si baciarono, e a chiedere se erano felici non si permetta nessuno.Questo episodio è offerto da Podbean.com.

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